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Leon Battista Alberti
Profugiorum ab aerumna Libri III

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


34-basti | batta-decim | decli-figli | figur-iudic | iudiz-ostri | ottav-rasse | ratto-strac | strad-zoppo

                                                      grassetto = Testo principale
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1502 2, 33| entriamo a salutare el nome e figura di Dio. E, quel che sopra 1503 3, 2| inventore di questo pingere e figurare, come oggi fanno, el pavimento. 1504 1, 23| bellissimi e lavorati con figure e cornici maravigliose; 1505 2, 29| in altri, come incanti e filaterie, aggiungono a sé quando 1506 2, 17| mente. Udisti che non so chi Filippides in due corse da Atene 1507 3, 4| divenne furioso. Cleobolo filofoso, estinto da sue grave maninconie, 1508 2, 17| spazio di stadi MCXL: e Filonio, corriere d'Alessandro, 1509 1, 23| volle viver cieco per meglio filosofare e per non vedere d'ora in 1510 2, 12| Plinio che Publio Catineio Filotimo, lasciato erede in tutte 1511 1, 15| oppogniamo e' vetri alle finestre, e' tappeti agli usci, e 1512 3, 3| 3-~ ~Ma che volle Omero fingendoinaudita e ostinata pazienza 1513 3, 5| costui, gl'intervenia che fingeva per maraviglia in sé viso 1514 3, 9| immoderata voluntà:~ ~Haec finis Priami fatorum; hic exitus 1515 2, 23| el capo e lacrimò; poi, finito el cantare, si discoperse 1516 2, 20| meno molestati da' suoi finittimi e vicini, e acquistò loro 1517 2, 10| queste tue fortune, questo fiore e grazia di vostra età e 1518 2, 15| della lingua toscana! Quinci fioriva ogni pregio e gloria de' 1519 2, 23| ove e' dicea:~ ~Non ego firmus in hoc, non haec patientia 1520 1, 21| Quattro cose connumerano e' fisici esterminare e prosternere 1521 3, 5| maravigliarsi, quando esso guardava fiso costui, gl'intervenia che 1522 1, 3| sento in noi mortali esser fisso e quasi immortale. E quale 1523 3, 2| veggo fra loro niuna grave fissura, niuna deforme vacuità, 1524 3, 16| solamenque mali de collo fistula pendet.~ ~ 1525 1, 23| che nulla si fa o dice non fitto e simulato, prima ne consiglieremo 1526 3, 18| non si lavin le mani in fiume. E scrissero costoro non 1527 2, 27| modi di vivere pieni di fizione e falsità. Pènsavi tu se 1528 3, 14| iocundissimo. Molti impongono a Flacco, poeta lirico, calunnia 1529 3, 3| agnosco veteris vestigia flammae, ma e in prima mi si rinnuovano 1530 3, 18| mansuetissimo e facilissimo e flessibile in ogni parte. A Pirro Eliensis 1531 2, 22| di virtù e dignità, sono flessibili». Domeremo noi stessi, fletteremo 1532 2, 3| colla palla in ogni moto e flessione e agilità. Gli altri 1533 1, 1| voci con tanta tenerezza e flessitudine? Affermovi questo, che mai 1534 2, 22| flessibili». Domeremo noi stessi, fletteremo più a facilità e indulgenza 1535 1, 10| laboriosissimo e d'una assidua fluttuazione e tempesta d'animo. Giovi 1536 3, 12| estuazione tua d'animo e mente fondavi e affermati con integra 1537 3, 12| Eneas presso a Virgilio:~ ~Forsitan (inquit) et haec olim meminisse 1538 1, 6| grave il suo male, o più forti sé a sostenerlo; o forse 1539 2, 23| nostro~ingenio, frangit fortia corda dolor,~ ~farai come 1540 1, 10| la madre d'uno di quei fortissimi cittadini quali perirono 1541 3, 11| stessi e tuo officio. E alla fortitudine, a cui fastidia ogni tua 1542 3, 2| essendogli presentato un forzerino bellissimo lavorato, non 1543 3, 20| certo mirabile che tanto fracasso, tanta caligine del fumo 1544 1, 14| abdicorono da sé ogni cosa fragile e caduca che né pure una 1545 2, 23| patientia nostro~ingenio, frangit fortia corda dolor,~ ~farai 1546 3, 14| quale e' s'avea fatto di frasche e di frondi; e forse lo 1547 1, 34| di diggnità, rispose: «O fratel mio, non ti maravigliare 1548 2, 23| in tempore longo~missurum fratri, clauso immurmurat ore.~ ~ 1549 2, 22| buoni Sabini, spogliati con fraude da' Romani, per vendicare 1550 1, 15| de' venti, le durezze de' freddi ne assedia e ostringe, noi 1551 3, 5| chi ci contiene legati e frena? Indi e come reputeremo 1552 2, 13| tranquilla, bisogna moderarci e frenarci in ogni nostra voluttà e 1553 1, 14| volontà; quelli non volseno frenare e moderare sé stessi, però 1554 2, 20| oratore, qual dicono che col frenarsi e ritenersi facea che chi 1555 2, 19| lodere' io chi in questo frenasse sé stessi e moderassi gl' 1556 1, 5| moderati gli appetiti e frenate le volontà, nulla resta 1557 1, 26| tutt'e due daremo e modo e freno se statuiremo curar meno 1558 1, 1| al culto divino quando si frequentano e' luoghi sacrati a Dio. 1559 3, 2| Non però vidi in tanta frequenza alcuno di loro più che voi 1560 2, 25| discurso escluderemo ogni fretta e ardore di volontà. Mai 1561 3, 14| avea fatto di frasche e di frondi; e forse lo trovò repetendo 1562 3, 3| mio essere sofferente a me frutta non altro che solo iniurie. 1563 1, 21| a noi stessi, cioè a ben fruttare el nostro ingegno. Quando 1564 3, 18| Eraclito filosofo simile non fue più volte veduto appresso 1565 2, 8| per meglio suttrarsi in fuga e per arrestare e ritardare 1566 3, 20| infelicità e miserie sempre fugga la solitudine. E a questo 1567 3, 17| è quasi come imitare chi fugge. E certo giova pigliare 1568 1, 9| inesperto e timido, così noi fuggiamo al primo strepito e ombra 1569 1, 29| bene, pur che facendo curi fuggir quello che in te facea scriverti 1570 1, 14| o o notte che fusse, fuggissi di non incontrarsi al male. 1571 1, 14| Non te li racconto, ché fuggo anche io esser prolisso; 1572 3, 4| omai in colpa, ove tu non fughi da te ogni tristezza, e 1573 1, 31| putabat~devicto maius; nec tam fugisse cavendo~adversa egregium, 1574 3, 20| fracasso, tanta caligine del fumo e del polverio non lo stogliesse 1575 2, 25| questo rarissimo beneficio fundare nuova benevolenza. Ma qualunque 1576 3, 3| cortese vince le squadre delle Furie armate. Se egli è vittoria 1577 2, 20| ruppe colla tolleranza e' furiosi impeti di Tito Gracco. E 1578 3, 5| piangere ti diletta, almeno fuss'ella con qualche scusa.~ 1579 3, 4| coturnice rinchiusa nella gabbia pur vorrebbe uscire per 1580 1, 28| Cleopatra que' duo militi Gabbiani che gli aveano ucciso el 1581 3, 18| Scipione sul lito presso a Gaeta soleano simile trastullarsi 1582 2, 24| insolentissima e perfino da' gaglioffi mal ricevuto, svilito, percosso, 1583 1, 22| liberi e beati. Solea dire Galba, quello uno de' dodici principi 1584 1, 14| immergere; se saranno lievi, galleggeranno mezzo a' flutti della mente 1585 2, 30| furono da biasimare que' Gallogreci racconti da Iustino, quali 1586 2, 2| esser laggiù a quel nostro Gangalandi co' cani, o alle colline 1587 1, 22| gareggiare, e ogni contenzione e gara tiene in sé faville di rissa, 1588 1, 22| dicea Catullo; e colle gare e colle concertazioni sempre 1589 1, 22| insurge cagion di contendere e gareggiare, e ogni contenzione e gara 1590 1, 28| procacissima trecca o meretrice a garrire seco; e questo facea per 1591 2, 13| estenderò in demostrarvi che 'l gaudio e lo sperare sono per sé 1592 1, 1| primavera: fuori vento, gelo, brina; qui entro socchiuso 1593 3, 18| e' poeti, godea sentirgli gemere ne' suoi amori e applaudere 1594 3, 5| ancora el Riso, fratelli gemini e nati in un solo parto, 1595 3, 14| attagliano forse, giacendo e gemitando desideriamo a' nostri sconci 1596 3, 7| femmina. Ma tu, se pure a que' gemiti virili forse v'aggiugni 1597 1, 37| impressione e sigillo della gemma, così le lettere adattano 1598 1, 11| vari ornamenti, vasi d'oro gemmati, mense argentee; qual cose 1599 2, 8| e fuggendo l'oro, le gemme e le cose preziosissime 1600 3, 1| Restavano ora certi ammonimenti generali accommodati ad espurgare 1601 3, 10| gaglioffo, se solo quella generazione di uomini soffrissero gli 1602 3, 20| Trovoronlo investigare cose geometrice quale e' disegnava in sul 1603 3, 12| parola in condolerti e ogni gesto e ogni gratificazione a 1604 1, 31| statue marmoree cariche di ghiaccio solo per ausarsi a sofferire 1605 3, 10| consuetudine che gl'infermi giaceano fuori a' vestibuli e intrate 1606 3, 14| molestie, non attagliano forse, giacendo e gemitando desideriamo 1607 3, 11| bene accetto, mentre che tu giacerai in solitudine e in umbra, 1608 2, 30| addolorati languiscono e giaciono perduti. In quel numero 1609 1, 1| nostro costume, di cose gioconde e ch'appartenevano a dottrina 1610 1, 1| vedi ogni parte esposta a giocondità e letizia; qui sempre odoratissimo; 1611 1, 12| quel detto di quello antico Gione: «tanto duole a un calvo 1612 1, 34| soffrire; e chi imparò, sa e giovagli. Al fratello suo, sdegnato 1613 2, 21| quando sarai vecchio, se ora giovane non ti ricordi di qui quivi?». 1614 2, 6| esplicasti, pari potrete giovarci e satisfarci. Né fie questa 1615 2, 29| medici allo infermo danno per giovargli quel che nocerebbe a' sani, 1616 2, 1| qui a più ore. E s'io vi giovassi, non aspetterei esservi 1617 3, 19| solo non giova, molti forse gioveranno, vuolsi provarne più e più, 1618 2, 16| più volte tali che ellegioverebbono loro avendole né nuocono 1619 2, 1| lassù quel ch'io sento, non gioverei a me, e dicendo quel ch' 1620 2, 1| altro, e forse a chi che sia gioveremo; dove dicendo lassù quel 1621 2, 13| lui sia magro el dorso, giovici qualche volta avere errato 1622 1, 18| passati e questi presenti giovino a que' che ancor non vennero, 1623 1, 4| mi castigo; ma nulla però giovo a me stessi quanto io vorrei, 1624 3, 15| Solo uno ottimo rimedio giovò a tanta sua estuazione: 1625 1, 34| carità e ogni affetto; e giovògli, e fu degna instituzione 1626 2, 6| suoi ammonimenti e ricordi giovorono a chi forse gli ascoltò. 1627 2, 2| passeggiamo per insino a' Servi. Gireremo da S. Marco, e restituiremoci 1628 1, 27| perdute molto ti dorrebbono, gittale da te, e quinci comincia 1629 3, 17| perdurre la notte co' lumi e giucando con tuoi amici e con la 1630 1, 14| di queste cose quello che giudicano tutti e' dotti, che chi 1631 1, 3| statuirete quanto sia da giudicarne. Io insino a qui assentirei 1632 1, 16| delle delizie e voluttà? Non giudicherò io mio debito, essercitandomi 1633 1, 14| ch'io non conosca che tu giudichi di queste cose quello che 1634 1, 12| inferire quello ch'io sento e giudico, e dico: se questi uomini 1635 2, 33| 33-~ ~Ma poi che giugnemmo a questo religiosissimo 1636 1, 14| una mano l'impeto di più giumenti, né come quello Atamante 1637 2, 17| mosso da Sitione, in quel giunse ad Elim, che furono stadi 1638 3, 20| agitazioni d'animo, ma e ancora giunsi cose rare e degnissime di 1639 2, 28| nostra opera fare come chi giuoca: se gli avviene buono, vinca; 1640 1, 13| ragione e modo quello che essi giurano potersi.~ 1641 3, 11| degeneri dalla virilità e dal giusto e retto stato di ben vivere, 1642 | glielo 1643 2, 12| movebant~tela neque adverso glomerati ex agmine Grai;~nunc omnes 1644 2, 9| gode vedersi fatto padre; gloriasi in ogni buona indole e speranza 1645 1, 18| filosofo, qual morendo si gloriava mai avere in sua vita sofferto 1646 2, 13| succedere emendandoci e godendo in ogni nostro acquisto 1647 2, 2| questi be' soli c'invitano a godere questa amenità di questi 1648 1, 28| imposto. Così tu simile godi ti sia dato materia in quale 1649 1, 14| vivere, quali e piangono e godono più per satisfare al giudicio 1650 2, 21| appresso di Platone in quel Gorgias morso di parole contumeliose 1651 1, 22| argomenta Platone, se al governo siede omo atto e destro 1652 2, 20| e' furiosi impeti di Tito Gracco. E appresso di Iosefo istorico, 1653 1, 1| tempio iunta insieme una gracilità vezzosa con una sodezza 1654 3, 4| S'e' tuoi onestamenti e gradi perduti ti perturbano, tu 1655 2, 12| adverso glomerati ex agmine Grai;~nunc omnes terrent aure, 1656 2, 31| salutis,~quod minime credis, Graia pandetur ab urbe.~ ~ 1657 1, 10| qualche silogismo, con una grandigia di sue opinioni tale che 1658 3, 20| fermare e statuire cose grandissime e inestimabili. E qualche 1659 3, 2| suoi parieti con squarci grandissimi di monti marmorei, e videvi 1660 2, 17| sopra alle somme spiche del grano. Se qui fusse la natura 1661 3, 18| credo io, bionde bionde, e gratificavagli intanto dimenticarsi el 1662 3, 12| condolerti e ogni gesto e ogni gratificazione a te stessi, quale tu, presente 1663 2, 10| qualche utilità o qualche gratissima ragione di convivervi insieme 1664 1, 16| a queste opere ottime e gratissime al nostro padre e procreatore 1665 1, 2| sono a me, accettissimi e gratissimi.~ 1666 2, 25| offese. E sarà beneficio gratissimo e laude prestantissima donar 1667 2, 16| porgere beneficio di sé e gratitudine; e credono el suo dolore 1668 1, 21| Diogenes cinico: se col grattarsi el ventre si sedasse la 1669 3, 2| maravigliosa copia e pienezza di gravissimi e accommodatissimi detti 1670 3, 18| curava quella sua domestica greggia e famigliuola. Alessandro, 1671 2, 30| tutti si sullevorono e grilleggiorono di letizia. E come dicea 1672 1, 11| rendesse lietissimo, rispuose: guadagnando. Ma mi maraviglio del nostro 1673 2, 20| non necessario; ed è in guadagno quella perdita onde pello 1674 3, 8| piangere e scalfirsi le guance e pelarsi el capo, quanto 1675 3, 5| maravigliarsi, quando esso guardava fiso costui, gl'intervenia 1676 2, 5| cose impossibili. Rido. E guardiamo, Niccola, ancora noi che 1677 3, 5| simile a chi e' pendea col guardo e colla mente. E quanto 1678 2, 30| per quella tagliatura e' guarì da morbo prima non sanabile 1679 1, 11| possessioni erano arse e guaste dagli inimici; perturbossene 1680 1, 22| in questa forma: come la guerra si soffre a fine di pace, 1681 2, 32| el volere di chi così le guida. E certo sarebbe intollerabile 1682 1, 21| richiede e adopra, lascianle guidare alla fortuna di chi elle 1683 2, 32| premio di lode e grazia. E gustate, priegovi, questo argumento: 1684 3, 3| a virtù e laude. E bene hassi la notte in sé ancora e' 1685 2, 28| disse Mannilio poeta:~ ~Heu nihil invitis fas quemquam 1686 | hic 1687 2, 15| amantissimo, Battista, in quel suo Hiensale, quale egli apparecchiò 1688 2, 29| ciò che avvenne, qualche himarmones e fatal condizione e cagione 1689 | ho 1690 | hoc 1691 1, 31| certare malis urgentibus hoste putabat~devicto maius; nec 1692 2, 15| noi riconosciamo? Grave, hui! Grave perturbazione l'invidia! 1693 3, 5| doppo cena appresso l'isola Hyperionis cominciorono a piangere 1694 3, 18| volte chiuse el tempio di Iano Quirino, non più che una 1695 2, 30| e fra loro a quel Fedro Iasone, quale da' suoi nimici ricevette 1696 2, 17| posta forse vorresti come Icaro volare sopra l'acque, o 1697 3, 5| certo non piangeresti. E' Ierosolimitani in quel suo ultimo eccidio 1698 2, 20| dicea quell'Agrippa re de' Ierosolomitani che chi è offeso e soffre, 1699 2, 1| impazzar con qualche ragione. Iersera mi tenneno sino a molta 1700 3, 14| adormentollo. Stratonices presso a Iesippo istorico, presa da' nemici 1701 3, 14| animo. Ma noi desidiosi e ignavi, quali tante ragioni e ammonimenti 1702 1, 14| dispiacere; questo si è ignavia abbandonare sé stessi. E 1703 3, 4| consolato se lo reputò ad ignominia, e per questo si commise 1704 | II 1705 | III 1706 2, 22| quello Eustemon, uno de' iiij M. presi e stagliuzzati 1707 | illum 1708 2, 20| con questi vostri motti illustriate ogni mia vita, e morsecchiandomi 1709 1, 31| Regulo in questi versi:~ ~Illuviem atque inopes mensas durumque 1710 1, 15| forse saremo malfermi e imbecilli, ne accomandaremo al fuoco 1711 3, 12| sempre fu e sempre sarà imbecillissima e debolissima a chi se gli 1712 3, 10| sauciati, in età stracca, imbecillissimi, sedere e giacere su dove 1713 1, 23| filosofo, ma né ancora saprei imitarlo. Più mi diletterebbe quel 1714 3, 5| summirava quest'altro, simile imitava quest'altro. Gli dii chi 1715 2, 20| insolenza altrui vinceremo; e imiteremo Antonio oratore, qual dicono 1716 1, 4| degni e da seguirli. Io imiterò te, Niccola, in questo disputare, 1717 3, 12| suoi poemi toscani in quali imitò Virgilio:~ ~Grave più cose 1718 2, 21| ove tu te precipitassi ad immatura alcuna ira e cruccio. Non 1719 1, 14| nulla più altro vi si potrà immergere; se saranno lievi, galleggeranno 1720 1, 15| noi quel calore innato e immessoci dalla natura a perseverar 1721 3, 20| espurgare ogni tristezza che immettersi in animo qualche altra occupazione 1722 3, 9| discurso in nostri effetti e immoderata voluntà:~ ~Haec finis Priami 1723 1, 4| ricevuto, e fu da e' figliuoli immodestissimi in molti modi offeso in 1724 2, 17| memoria, pari agli iddii immortali: quest'altre cose disoneste 1725 3, 10| colui scabbioso, leproso, immundissimo, tutto carco di malattie 1726 2, 23| missurum fratri, clauso immurmurat ore.~ ~E se pur ti duole 1727 1, 32| disoccupati da questi altri impacci servili. Così noi avvezzeremo 1728 1, 21| Antiquo proverbio: chi s'impaccia rimane impacciato. E dispiacemi 1729 1, 21| proverbio: chi s'impaccia rimane impacciato. E dispiacemi la stultizia 1730 1, 25| riceverai se non dispiacere e impaccio e indignazione. Vogliolose, 1731 1, 34| soffrire le ingiurie. Io imparai non le curare sofferendole». 1732 3, 5| vorrei. E' fanciugli vezzosi imparano piangere dalla troppa indulgenza 1733 2, 19| infestazione degli inimici imparar mansuetudine per sapere 1734 1, 28| dato materia in quale tu impari vincere te stessi. Le dure 1735 2, 24| sguardo sì terribile ch'ella impaurì. Prudentissimo Ulisses non 1736 2, 1| come dicea quel poeta, impazzar con qualche ragione. Iersera 1737 1, 24| quiete, e contro, quanto sia impedimento e forza a disturbarci nella 1738 2, 24| che e' potea; ma per non impedire quello dove e' tendeva a 1739 2, 27| 27-~ ~E quale imperitissimo non conosce quanto possano 1740 1, 27| errando insegna a quello imperito meno errare. Così noi, se 1741 2, 21| Lasciatelo essere uomo, imperoché gli affetti dell'animo non 1742 3, 5| della mamma, e quando e' non impetrano da lei quello ch'essi chieggono, 1743 2, 3| con voi per richiedere e impetrare da voi quanto poi ieri sera 1744 3, 11| studio, da nostra diligenza impetreremo sapienza, ornamenti d'animo 1745 2, 1| vediamo le fiere nate a essere impetuose, rapaci e al tutto indomite, 1746 3, 14| è chi per ingegno o per impiastri o medicamenti alcuni possa 1747 1, 14| qual sempre s'accurva e impinge contro al suo incarco. Questo 1748 2, 17| da ragione ma commossi e impinti da perturbazione e perversità 1749 3, 5| colle mani e petto e umeri implicati e discommessi. Solo una 1750 3, 14| alacre e iocundissimo. Molti impongono a Flacco, poeta lirico, 1751 1, 4| dalla natura quello che c'imporanno e' tempi, cioè la successione 1752 1, 19| persone, quali siano atte a importarci molestia e perturbazione.~ 1753 1, 38| ogni addito onde possino importarsi e occupare gli animi nostri. 1754 1, 4| perturbazione quale gli era importata; e non la ricevendo, la 1755 2, 9| e punture d'animo quali importò in noi la nostra imprudenza 1756 3, 2| lavorato, non sapea che imporvi cosa preziosissima e condegna 1757 3, 7| Cesare dittatore el terzo impose fine a ogni lutto domestico 1758 2, 5| trattar quello che sia impossibile pur connumerarlo.~ 1759 2, 5| quale appetisse le cose impossibili. Rido. E guardiamo, Niccola, 1760 3, 9| non più a lui fusse stata imposta dalla fortuna sua che solo 1761 1, 10| nacque natural condizione impostagli dal primo ch'egli apparisce 1762 3, 2| altissime; e videvi sopra imposti e' travamenti e la copertura 1763 2, 12| Fu cosa questa d'animo impotente e furioso. Ma quali siano 1764 1, 18| così addestrati col tempo impreenderemo non dedicarci a stimare 1765 1, 37| la cera a bene ricevere l'impressione e sigillo della gemma, così 1766 1, 14| perché volseno vincereimprima e' suoi appetiti e volontà; 1767 1, 4| patì che lo perseguitasse improverando per insino a casa; e più, 1768 3, 9| 9-~ ~Ma noi siamo e imprudentissimi ove male conosciamo lo stato 1769 1, 3| audacia de' cittadini, la impunità del peccare, la licenza 1770 3, 4| ingrate memorie ti rende inabile a discernere e distinguere 1771 3, 5| saprei chi mandarmi di voi inanzi a sedere; ma qualunque di 1772 2, 27| mira che monstri e quanto inauditi e incredibili crebbero nelle 1773 3, 2| copertura fatta di bronzo e inaurata; e vide che dentro e fuori 1774 2, 29| e' vietano in altri, come incanti e filaterie, aggiungono 1775 1, 14| e impinge contro al suo incarco. Questo ti confesso potrà 1776 1, 7| ragione, qual sopravi imposto incarico sarà che lo abatta? Fa che 1777 3, 9| illum~sorte tulit, Troiam incensam et prolapsa videntem~Pergama, 1778 2, 12| fuggendo da Troia suo patria incesa ed eversa col padre in collo 1779 2, 24| deporre sanza interturbare suo incetto. Fece come amonia Plutarco, 1780 3, 20| stimoli e aculei di parole per incitarmi ad ira di qua e di qua mi 1781 1, 4| costui, omo iniurioso e incivile, facessero lume e compagnia 1782 2, 19| referisce di te non è bello, incolpane te che a lui desti materia 1783 2, 26| nostre molestie e affanni incolpiamo forse e questo e quell'altro 1784 1, 16| a queste membra noiose e incommode? Non mi diletterà più adattarle 1785 1, 10| fusse facile el soffrire gl'incomodi e le calamità con quale 1786 1, 28| rendeano in premio delle parole inconsiderate e lievi, pena gravissima. 1787 1, 34| cose della fortuna sono inconstanti; bisognaci ne' tempi felici 1788 2, 32| ogni passione d'animo e inconstanza. Qual tua sentenza mi diletta, 1789 3, 9| ritrarci da ogni nostro inconsulto discurso in nostri effetti 1790 2, 25| opinione, a lui qual fu incontinente e immoderato se ne aggradi 1791 1, 14| che fusse, fuggissi di non incontrarsi al male. Altra cosa è vitare 1792 3, 4| difficoltà quale tuttora incorsano e da molte parti noi urtano 1793 2, 19| istoria di così ragionarne, e inculpane chi prima errò, non chi 1794 3, 6| armato. E ancora non ti inculperò se tu darai qualche lacrimetta 1795 2, 9| tolleriamo noi stessi e inculpiamo la innocenza altrui de' 1796 1, 10| trovaremo in vita niuno sì inculto di dottrina, sì alieno d' 1797 3, 4| coll'alterezza. L'ira che ti incuoce si spegne e medica colle 1798 1, 21| dell'animo. E non so come, indebolite le membra, l'animo sia men 1799 3, 17| iniuria di persona, sarà non indegna d'uomo studioso. Dice Plutarco: 1800 1, 23| resterà se non che lagnarti e indegnarti. E con tutti conviensi esser 1801 1, 22| vittoria in teatro, acceso d'indegnazione ruppe in voce e sgroppò 1802 2, 22| conobbe uomini e virili e indegni di tanta ingiuria e contumelia. 1803 1, 3| cagioni, altri sono li veri indicii quali dimostrano l'apparecchiate 1804 2, 9| gloriasi in ogni buona indole e speranza de' suoi nati. 1805 2, 1| impetuose, rapaci e al tutto indomite, che mai s'ametteranno ad 1806 2, 20| offeso e soffre, facile induce col suo soffrire a chi l' 1807 3, 14| quella pozione con quale ella inducea oblivione d'ogni male a 1808 2, 19| indulgenti a' nostri errori, induciamo a noi stessi gravezza e 1809 2, 19| non raro per esser troppo indulgenti a' nostri errori, induciamo 1810 3, 14| le sua membra; ma solo gl'indusse, per suttrarlo alquanto 1811 3, 15| a tanta sua estuazione: inebbriossi. E quanto io, non ardisco 1812 1, 23| sopratutto que' che sono inerti, oziosi e insieme lascivi 1813 1, 9| come in milizia chi sia inesperto e timido, così noi fuggiamo 1814 3, 18| di natura duri, bizzarri, inessorabili, a cui bisognava quasi come 1815 3, 20| statuire cose grandissime e inestimabili. E qualche volta m'avvenne 1816 3, 5| rompevano in voce e gesti inettissimi e disonestissimi. Pirteo, 1817 2, 29| cose de' mortali necessità inevitabile, e quel ch'io al tutto niego 1818 2, 30| sinistre ti si presentano inevitabili, bisogna opporvi fortezza 1819 2, 20| tua moderanza e gravità infami l'iniuria altrui. E Planco 1820 2, 11| fra' mortali. Oh! te uomo e infelice, se forse arai ogni altra 1821 3, 8| tutti e' mortali miseri e infelicissimi; né però restano aggiugnere 1822 2, 23| ferendo~constanter mala, et inferias in tempore longo~missurum 1823 3, 10| una consuetudine che gl'infermi giaceano fuori a' vestibuli 1824 2, 29| Forse come e' medici allo infermo danno per giovargli quel 1825 1, 21| fame, se non gli satisfai, infesta e fassi ubidire. Apulegio, 1826 2, 20| religione, gli rendè meno infestati e meno molestati da' suoi 1827 1, 4| que' comici poeti assiduo infestato e con varie ingiurie offeso. 1828 2, 24| fanticella di Penolopes, quale infestava Ulisses con parole femminili 1829 2, 19| niego, come e' dicono, dall'infestazione degli inimici imparar mansuetudine 1830 1, 34| troppo cibo diventerebbono infette. E certo, come dicea Cesare 1831 1, 23| prossimi parieti, così l'altrui infiammata ira nuoce a chi, e cedendoli 1832 2, 15| quando ella si succenda e infiammisi da tante parti, or dalle 1833 3, 18| piuolo rotto del pertuso infiggervi uno altro intero piuolo, 1834 1, 16| memoria, donde venne in me sì infinita e immortale se non da chi 1835 1, 16| immortale se non da chi sia infinito e immortale? E io, lascerò 1836 3, 11| già concepute e al tutto infisse miserie entro all'animo. 1837 3, 4| sé maggior mali insiti e infissi. Dicea Omero che la miseria 1838 2, 9| espurghino da noi ogni concetto e infisso rancore. Poi accoglieremo 1839 1, 28| de' tempi sono materia ad informarci a virtù. Tigranes, nipote 1840 3, 20| altra cosa che de' casi e infortuni tuoi. In Roma el simulacro 1841 1, 30| erudizione. E' vezzi del corpo infracidano l'animo e rendonlo vizioso. 1842 1, 22| Interverratti forse che ti converrà inframettere a qualche faccenda aliena 1843 2, 20| pettoreggiate, tanto più infrangerete voi stessi, ed evvi tanto 1844 1, 7| picchiate, contundersi e infrangersi el viso, le mani, el petto, 1845 3, 4| quanto men puoi agitare e infuriare te stessi. E Prometeo pur 1846 1, 15| animi quale v'aggiunse e infuse la natura ad immortale eternità. 1847 3, 6| e circumstanti mali solo ingemuit et palmas ad sidera tendit. 1848 1, 35| Solone che le ricchezze ingeneravano sazietà; e la sazietà produce 1849 2, 23| non haec patientia nostro~ingenio, frangit fortia corda dolor,~ ~ 1850 1, 17| Manilio quel poeta:~ ~…labor ingenium miseris dedit et sua quemque~ 1851 1, 10| arei levata questa molestia ingratissima dall'animo. Ma io sento 1852 3, 14| libertà e sottrarci dalle ingratissime nostre molestie, non attagliano 1853 2, 13| ne perturbiamo, siaci non ingrato quel pentimento per quale 1854 2, 12| me, quem dudum non ulla iniecta movebant~tela neque adverso 1855 1, 10| chi succomba al dolore; inimicano chi tema e' pericoli; odiano 1856 1, 22| agitate accendono grave odio e inimicizia. Atqui amat victoria curam, 1857 3, 4| nulla difficile, nulla iniocunda, nulla disconveniente a 1858 2, 23| in cena cose a lui forse iniocunde, che si coperse el capo 1859 3, 5| fussero due sì osceni e iniocundissimi monstri. E nel maravigliarsi, 1860 3, 5| costui a vederlo sozzo e iniocundo. Miravagli Pirteo e dicea: « 1861 3, 21| sia omo in vita perfido e iniquissimo.~ ~ ~- Fine -~ 1862 2, 25| essequirla col beneficare chi t'è iniquo che col superchiarlo d'offese. 1863 2, 1| che mai s'ametteranno ad iniuriarsi insieme se qualche furore 1864 2, 9| oppressioni, e stimansi poi iniuriati dalla fortuna e affannati 1865 1, 4| servi suoi che a costui, omo iniurioso e incivile, facessero lume 1866 2, 16| per qualsiasi o iusta o iniusta ragione, di volerlo; e sono 1867 2, 25| luogo è indegno d'usarvi iniustizia. E se cosa niuna, come si 1868 1, 7| suo in se insito carco e innata gravezza ruina. Così l'animo 1869 1, 1| possono in me questi canti e inni della chiesa quello a che 1870 3, 15| introduce sonno dolcissimo e innocuo. E' Greci chiamano le cure 1871 3, 5| collo ciglio contratto e innodato, con gli occhi lucciolosi 1872 2, 11| coniunti a familiarità, innumerabili conoscenze e commerzi; eccoti 1873 3, 4| Euripide poeta parea la inobbidienza della moltitudine più che ' 1874 3, 4| d'ottimi argumenti mi si inondarebbe e suppeditarebbe. Forse 1875 1, 31| versi:~ ~Illuviem atque inopes mensas durumque cubile~et 1876 1, 29| sasso a nostra sepoltura inscritto e consignato. Dicea Ennio 1877 3, 18| scrissero costoro non per insegnare cuocere el pane e fare la 1878 1, 13| nostri animi, vorre' io m'insegnassero non fingere e dissimulare 1879 2, 6| de' poeti che quel Sileno insegnò a Mida non temer la morte. 1880 3, 4| uomo e arrabbiata bestia e insensato sasso, qual sarà che non 1881 3, 3| fratello, recusò la grillanda, insigne publico onoratissimo. Ma 1882 2, 9| perturbazioni accorreno e insisteno ne' nostri animi o dalla 1883 3, 21| daremo a lodati essercizi, se insisterremo in pervestigazioni di cose 1884 3, 1| espurgare qualunque fusse in noi insita e obdurata grave maninconia, - 1885 3, 2| poste in uno e coattate e insite e ammarginate insieme, tutte 1886 3, 4| stessi, ha in sé maggior mali insiti e infissi. Dicea Omero che 1887 1, 28| di parole. Vedesti quello insolente onteggiarti. Tu, delibera 1888 2, 24| mortali! In casa sua da gente insolentissima e perfino da' gaglioffi 1889 3, 4| corroso da tarli putrirsi e insordidirsi. Adunque e che insania fie 1890 2, 29| fati quali sono volubili e instabili. Adunque saranno le cose 1891 2, 1| Questi mi chieggono e instanno ch'io salisca su in Palagio 1892 1, 28| pregava, solea con molta instanza e con lunghe suasioni chiedere 1893 3, 4| confirmato con ragione e bene instituito ad onestà, e dato ad acquistar 1894 2, 10| riconoscere le volontà e instituti di chi tu ami essere da 1895 3, 20| prima non vedute macchine e instrumenti bellici, aveva una e un' 1896 3, 16| col plettro e colla lira, instrumento musico. Quinci credo el 1897 3, 3| periculoso. E quanto e' sia insuave, molesto, difficile e tedioso 1898 1, 34| 34-~ ~A molti insueti parrebbono cose dure queste 1899 3, 19| se stesso. A que' primi insulti adunque subito usurperemo 1900 1, 9| diventerai atto a vincere ogni insulto avverso vincendo te stessi. 1901 2, 24| altrove molti e pertanto quasi insuperabili. Adunque deliberò soffrire 1902 1, 5| volontà, nulla resta donde ne insurga alcuna perturbazione? Potranno 1903 1, 15| non vedo che in noi possa insurgere acerbità o tedio alcuno. 1904 3, 19| triste alcune memorie e insurgessero in noi turbulenti pensieri 1905 3, 1| dell'animo, quando forse insurgessono in noi o da nostro errore, 1906 2, 14| perturbazioni quale in noi insurgono non altronde che da noi 1907 3, 12| fondavi e affermati con integra ragione e virilità. E a 1908 3, 14| e confirmarci con vere e integrissime ragioni, e consolarci con 1909 2, 16| sì con la volontà e collo intemperato appetito; e vogliono non 1910 1, 3| a quello che io desidero intender da voi. Siete voi, Agnolo, 1911 2, 8| 8-~ ~NICCOLA. E intendiamovi, Agnolo, e dilettaci. Seguite. 1912 1, 1| forza portino seco quelle a intenerirci. E quinci avviene ch'io 1913 | inter 1914 2, 32| una delle tue iocundissime intercenali, Battista, la fortuna di 1915 1, 23| si consigliano. Noi per intercluderci e nasconderci da molte inezie 1916 3, 4| proclività umane; né ti interdico che a te non dolga perdere 1917 3, 17| costume antiquissimo, qual poi interdisse el concilio arelatense, 1918 1, 1| e poi descendere quelle intere e vere voci con tanta tenerezza 1919 3, 3| si celebrassero e' pianti interi nove , poi el decimo 1920 3, 8| maninconie sviano el sonno, interlassano el cibo, perdono se stessi, 1921 2, 9| ira e a dolerti d'avere interlassato e perduto quello che tanto 1922 1, 21| opera, ogni assiduità; anzi interlasseremo qualche ora, e poseremo 1923 2, 15| molti studiano vituperarlo e interpellarlo. O cittadini miei, seguirete 1924 3, 14| dolore e con più degnità, fu interpellata e compresa dal sonno. Dormì, 1925 1, 34| reputarci la troppa licenza. Interpelleremo adunque e comminuiremo a 1926 3, 20| Voluppia; qual misterio interpetra Macrobio significare che 1927 2, 21| mai fu da pentirsi, voglio interpetri in migliore parte che tu 1928 2, 31| appaiono e' tempi lieti, interpognianci qualche suspizione di cose 1929 2, 8| quanto ci promettesti, ora interponete nuove quistioni, degne certo 1930 2, 26| fortune nostre. Ma qui prima interporrò quanto mi si porge a mente 1931 1, 21| voleano a tante faccende interporvi qualche ozio e quiete. Antioco 1932 1, 16| so in qual parte sia da interpretare questo suo detto, ma a me 1933 1, 26| cagione e condizione quale interrumpa e' tuoi culti a virtù.~ 1934 2, 24| quale e' potea deporre sanza interturbare suo incetto. Fece come amonia 1935 1, 1| tanta cosa! Non so quello s'intervenga agli altri; questo affermo 1936 3, 5| guardava fiso costui, gl'intervenia che fingeva per maraviglia 1937 1, 7| minore e men difficile. Ma intervienci come alla colonna: mentre 1938 1, 2| E riferiscovi quel ch'io intesi spesso da lui, che due soli 1939 1, 10| arebbe poco atteso e meno inteso alcuna delle vostre parole. 1940 3, 4| fedissimi contorcersi ne' loro intimi crucciati, e simile a un 1941 3, 7| lacrima, e sfoghi qualche intimo sospiro, ponvi modo. Numa 1942 1, 7| obliqua ad impazienza e intolleranza puerile?~ 1943 2, 31| attraversa qualche sinistro intoppo, non abbandonare te stessi: 1944 | intorno 1945 3, 20| pesci. Sarà non disutile intrapreendere qualche patrocinio in la 1946 1, 21| faccende, ma e non richiesti intraprendiamo le faccende altrui. Antiquo 1947 3, 10| giaceano fuori a' vestibuli e intrate del tempio. Chi entrava 1948 3, 12| impeti di te stessi. Pure intraversandoti contro a te e contro all' 1949 3, 16| credo el nostro Virgilio introdusse quel suo Polifemo in antro, 1950 3, 20| con vari capitelli e base inusitate, e collega'vi conveniente 1951 3, 9| nuovo entrare sotto a questo inusitato peso e molestia quale a 1952 3, 1| cose assai, e forse non inutili; ma e' mi intervenne come 1953 3, 7| subito, porremo fine a queste inutilissime inezie.~ 1954 3, 4| che la miseria presto c'invecchia. E tu così vedi e' cordogliosi 1955 1, 31| e' recitano che a mezzo inverno abbracciava le statue marmoree 1956 3, 5| colla bocca di qua e di qua inversata, collo ciglio contratto 1957 3, 1| Ne' duo libri di sopra investigammo vari e utili rimedi a non 1958 1, 29| esserciteremo assiduo pensando, investigando, adunando, componendo e 1959 2, 4| curare el corpo quante cose s'investigorono, quante tuttora si ripruovano? 1960 1, 22| dottrina, onde, lasciamo le invidie quante elle siano in altrui, 1961 1, 14| perfezione e continuazione inviolabile di vita e d'esser sempre 1962 2, 2| vita. E questi be' soli c'invitano a godere questa amenità 1963 2, 28| Mannilio poeta:~ ~Heu nihil invitis fas quemquam fidere divis.~ ~ 1964 1, 1| misteri e cerimonie funerali invocare da Dio con que' versiculi 1965 3, 11| avversa. Voglio ne' tuoi mali invochi aito da Dio. Ma non voglio 1966 3, 4| senti tu che questo tuo involgerti e sospignerti col pensiere 1967 2, 24| fu tempo, quella brigata inzuppata di vino, stracchi del ridere, 1968 3, 14| consolarci con buona speranza, ioconde memorie e dolci contentamenti 1969 3, 18| molto volentieri e con molta iocondità. Augusto, quel primo successore 1970 2, 19| sapere poi viver lieto e iocondo co' buoni amici. E certo 1971 3, 2| pavimento. Qual opera fu grata e iocunda nulla meno che quelle maggiori 1972 2, 32| scrivi in una delle tue iocundissime intercenali, Battista, la 1973 3, 14| frutto della terra alacre e iocundissimo. Molti impongono a Flacco, 1974 2, 20| Tito Gracco. E appresso di Iosefo istorico, dicea quell'Agrippa 1975 1, 23| puoi non tacere. Sentenza d'Ippocrates: el tacer non sete. Né 1976 | ipse 1977 1, 12| possono in noi le paure, le iracundie e gli altri simili furori. 1978 2, 10| volea fuggire la patria e irne in essilio, disse Socrate: « 1979 2, 24| facesse a' pugni con quello Irone, omo abiettissimo, qual 1980 3, 5| desiderare quello che fia irrecuperabile, costui a cui da ogni minima 1981 1, 28| cose. E Crates filosofo irritava una e un'altra vilissima 1982 1, 28| filosofi chi per ausarsi a non isdegnarsi se altri non li compiacea 1983 3, 5| che doppo cena appresso l'isola Hyperionis cominciorono 1984 1, 14| portare uno bue vivo in ispalla, né, come Aulo Numerio, 1985 2, 32| pur volessi ch'ogni cosa isse a mio arbitrio, e nulla 1986 | iste 1987 1, 4| ben retti e quanto egli istituirono ben costituti, e contro 1988 2, 19| che a lui desti materia e istoria di così ragionarne, e inculpane 1989 1, 14| urti dentro al nostro petto iterati e gravi. Perturbasi ancora 1990 3, 1| che noi fummo di chiesa e iti due e due altri passi, si 1991 2, 31| malis, sed contra audentior ito,~quam tua te fortuna sinet. 1992 3, 4| insegnerà la necessità. E iudica necessario el cedere sempre 1993 1, 27| troppa felicità, sempre iudicai commodissimo ausarsi a tollerare 1994 3, 4| mutare se non in peggio, iudicalo ottimo. Nel resto ti concedo 1995 2, 16| dove e' sono pure invidi, iudicano indegno di tante fortune 1996 1, 14| condutto dalla opinione a iudicare falso delle cose buone o 1997 3, 15| del suo sudore, - costui iudicato inimico della patria dal 1998 1, 23| mostra te essere imprudente iudicatore delle altrui virtù, e d' 1999 2, 20| virtuoso, qual prima di me iudicava sol quello che egli udia. 2000 1, 23| Vinegia que' che seggono iudici a' litigi: quando e' si 2001 1, 27| statuire con diritto o integro iudicio? Niente. Adunque, se tu


34-basti | batta-decim | decli-figli | figur-iudic | iudiz-ostri | ottav-rasse | ratto-strac | strad-zoppo

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