34-basti | batta-decim | decli-figli | figur-iudic | iudiz-ostri | ottav-rasse | ratto-strac | strad-zoppo
grassetto = Testo principale
Parte, Paragrafo grigio = Testo di commento
2502 1, 34| le curare sofferendole». Ottavia, sorella di Brittanico,
2503 2, 32| Cesare non avesse tratto Ottaviano in tanta amplitudine, e
2504 2, 20| al tutto furioso. Marco Ottavio ruppe colla tolleranza e'
2505 | otto
2506 1, 4| molta notte un temerario ottrettatore e maledico; e per più meritare
2507 1, 26| trovino chiuso ogni addito e otturato ogni fenestra per donde
2508 1, 23| a' nostri animi. Adunque otturiàngli. Fu chi volle viver cieco
2509 3, 16| quem~ ~Lanigerae comitantur oves; ea sola voluptas~solamenque
2510 1, 20| perturba che 'l vizio. Dicea Ovidio:~ ~et capiunt vitium, ni
2511 | ovunque
2512 2, 19| essere satisfatto a' nostri ozii, e quanto conosciamo che
2513 1, 20| questo vero quando la sia non oziosa. L'ozio, - chi dubita? -
2514 1, 12| lo sa se l'animo loro era pacato e tranquillo. E pure, se
2515 2, 24| capo. Vollono que' temerari pacchiatori che facesse a' pugni con
2516 3, 19| l'animo tuo acquietato e pacificato con teco stessi.~
2517 2, 12| per troppo desiderio del padrone suo si gittò in mezzo del
2518 2, 23| molte città; scorse lontani paesi, e sofferse varie e dure
2519 2, 3| libri ed essercitarsi colla palla in ogni moto e flessione
2520 2, 30| questo e' laghi eran divenuti pallidi, squallidi, e tremavano;
2521 1, 21| accusato, negava sé esser pallido per le cure amatorie, ma
2522 1, 14| come e' dicono che fa la palma, legno qual sempre s'accurva
2523 3, 6| circumstanti mali solo ingemuit et palmas ad sidera tendit. Le molte
2524 2, 31| quod minime credis, Graia pandetur ab urbe.~ ~
2525 3, 18| per insegnare cuocere el pane e fare la cucina, ma credo
2526 3, 18| delle sue faccende e tessea paneruzzole. Vidi io alcuni di natura
2527 2, 17| acque, o come forse quella Pantasilea scorrere sopra alle somme
2528 1, 11| per troppo bere divenne paralitico. Non racconto Bione filosofo
2529 2, 30| opporvi fortezza d'animo e pararsi a sofferirli, e non fare
2530 1, 5| potranno le cose facili e paratissime? Muzio Scevola pose la mano
2531 2, 1| non quello che forse a noi parerà utile, onesto e necessario
2532 1, 22| detto di Crasso, qual negava parerli omo libero colui qual talora
2533 3, 3| protervia altrui, che a me non paresse in quel tanto essere omo
2534 3, 15| percosse per furore el capo al parete e corse per cavar l'occhio
2535 3, 2| filosofi stoici, ed estesero e' pareti colla investigazione del
2536 2, 12| excitat omnis~suspensum et pariter comitique onerique timentem.~
2537 1, 23| udiremo di qua e di qua; el parlare nostro lo riconosceremo
2538 2, 20| render bugiardo chi di te mal parli. E sarà vendetta rara e
2539 3, 20| quel ch'io provai in me. Parravvi forse cosa lieve, ma ella
2540 3, 9| nostri mali, a ciascuno parrebbe men peso riportarsi que'
2541 1, 34| 34-~ ~A molti insueti parrebbono cose dure queste qual io
2542 3, 2| disegni, e divisilo in più particelle distribuendole ove a me
2543 3, 1| e vedesti non pochissimi particulari e succinti rimedi atti a
2544 2, 24| estremo suo pericolo né partirsi sanza intollerabile tristezza
2545 2, 28| se forse caddero sinistri partiti, moderigli con qual vi si
2546 3, 5| gemini e nati in un solo parto, figliuoli nati della dea
2547 3, 18| colombi paia ventimila, e pasceagli del frutto de' loro pippioni:
2548 1, 34| In Arabia dove sono e' pascoli lietissimi, scrive Curzio
2549 3, 12| lieta memoria delle cose passate o qualche grata espettazione
2550 2, 2| e se voi siete oziosi, passeggiamo per insino a' Servi. Gireremo
2551 3, 1| chiesa e iti due e due altri passi, si fermò, e prese a mano
2552 2, 32| proclivi e dati a ogni passione d'animo e inconstanza. Qual
2553 1, 4| quale e' dicono abitarvi le passioni, le cupidità, e' dolori,
2554 3, 2| acutissimo, verso me ritenne el passo e disse: - Concederemo noi,
2555 1, 34| lietissimi, scrive Curzio ch'e' pastori lievano e distengono le
2556 1, 23| udire diede due aperte vie e patentissime. Piaceracci adunque ubidire
2557 3, 14| degli dii si chiamava Liber pater, po' che e' liberava l'animo
2558 1, 4| di sé e di sua constanza, patì che lo perseguitasse improverando
2559 2, 23| firmus in hoc, non haec patientia nostro~ingenio, frangit
2560 1, 27| dii par che non possino patire in noi mortali troppa felicità,
2561 1, 15| animi se non quanto noi patiremo ch'ella possa. E parmi accommodata
2562 3, 20| disutile intrapreendere qualche patrocinio in la causa del tuo noto
2563 1, 28| referissi e' malefici del patrone suo. Filippo re de' Macedoni,
2564 3, 4| in ogni tuo vita sempre pazientissimo, segui meco argumentando
2565 1, 25| che la femmina. Tutte sono pazze e piene di pulce le femmine,
2566 2, 5| infinite sono le spezie della pazzia, saranno e infinite le perturbazioni.
2567 1, 3| già che niuno si truova sì pazzo che non volesse più tosto
2568 1, 34| lievano e distengono le pecore da' prati, e questo fanno
2569 2, 22| offesa serbava eternum sub pectore vulnus; ma faremo secondo
2570 3, 4| si può mutare se non in peggio, iudicalo ottimo. Nel resto
2571 3, 4| sempre dove tu cedendo non peggiori tuo stato; e quello che
2572 3, 14| aver quaggiù fra noi quel Peion medico degli dii, qual mai
2573 3, 8| e scalfirsi le guance e pelarsi el capo, quanto mi pare
2574 1, 12| ben capillato quando tu lo peli». Ma che noi pure ne trastulliamo
2575 3, 17| accade: mai vi s'avvolgerà pell'animo e mente alcuna sì
2576 2, 20| guadagno quella perdita onde pello avvenire segue che tu men
2577 1, 28| parole inconsiderate e lievi, pena gravissima. Scauro non volle
2578 1, 7| abatta? Fa che lo animo penda a qualche obliqua opinione,
2579 3, 5| sé viso simile a chi e' pendea col guardo e colla mente.
2580 1, 26| questo proposito, quanto penderai coll'animo verso dove la
2581 1, 17| riconosciamoci mortali ed assiduo penderci da molti vari casi sopra
2582 2, 27| conviensi fra simili uomini pendere col viver pubblico. E che
2583 2, 30| fussero montagne per aria e pendessero sopra loro in capo tuttora
2584 3, 16| solamenque mali de collo fistula pendet.~ ~
2585 1, 22| qui pon quello studio in pensar di non la ricevere a te
2586 1, 18| 18-~ ~Adunque pensaremo che ogni volubilità della
2587 3, 18| atti a restaurarci, s'io vi pensassi, potrei esporveli, co' quali
2588 3, 20| grazia e posterità. Quinci pensate voi quali siano gli animi
2589 2, 27| pieni di fizione e falsità. Pènsavi tu se mai fusti in terra
2590 1, 10| parole confessa doversi. E pensiamoci un poco. Se voi domandassi
2591 2, 25| vendetta che adducerlo a pentersi d'avere offeso chi e' non
2592 3, 1| da scoprirlo, ma poi si pentì del sudore e tempo perdutovi
2593 2, 13| siaci non ingrato quel pentimento per quale impariamo odiare
2594 2, 21| vincere molto mai fu da pentirsi, voglio interpetri in migliore
2595 2, 20| tanto più acerbo poi el pentirvene». Così faremo e noi: colla
2596 1, 3| quali da infinite parti ci percuotono e assiduo ci si presentano,
2597 2, 20| avvenire segue che tu men perda.~
2598 2, 21| suoi malivoli chi nulla perde; e perderesti a te stessi
2599 1, 21| quiete. Antioco re, dopo che perdé l'Asia, ringraziò el Senato
2600 3, 6| di lettere, sarà quando o perderemo tempo o commetteremo qualche
2601 2, 21| malivoli chi nulla perde; e perderesti a te stessi ove tu te precipitassi
2602 2, 30| madri e suoi figliuoli, e perderono ogni sua cosa, e arsero
2603 3, 5| piangi, uomo effemminato? Perdetti; non ho; vorrei. E' fanciugli
2604 1, 11| altro filosofo, comperò una perdice cinquanta dramme. A Senocrate
2605 1, 31| cavendo~adversa egregium, quam perdomuisse ferendo.~ ~
2606 3, 8| sonno, interlassano el cibo, perdono se stessi, fuggono e vedere
2607 3, 17| convivare, el motteggiare, el perdurre la notte co' lumi e giucando
2608 3, 1| pentì del sudore e tempo perdutovi sino a qui, ove e' lo scorge
2609 1, 27| parte a esser più compiuti e perfetti in virtù; e accrescerassi
2610 2, 19| queste sentenze che all'uomo perfetto in virtù era dovuto udire
2611 1, 14| sia altro che una certa perfezione e continuazione inviolabile
2612 1, 10| piggiore. La ingiustizia, la perfidia, la crudelità fa non te
2613 3, 21| qualunque sia omo in vita perfido e iniquissimo.~ ~ ~- Fine -~
2614 2, 24| da gente insolentissima e perfino da' gaglioffi mal ricevuto,
2615 3, 9| incensam et prolapsa videntem~Pergama, tot quondam populis terrisque
2616 3, 20| delle moltitudine quali periano oppressi dalle fiamme e
2617 2, 21| Tarquini: egli è cosa pur pericolosa vivere fra' mortali non
2618 3, 3| mostrarsi e libero e uomo era periculoso. E quanto e' sia insuave,
2619 1, 16| membri atti a mancare e perire; conosci quanto sia suo
2620 2, 17| tuo iusto desiderio, credo periteresti chiedergli simili cose immoderate
2621 3, 1| Niccola, uomini civilissimi e peritissimi, non forse con quanta dignità
2622 1, 10| parte si truovi niuno sì perito e sì essercitato in cose
2623 2, 27| tante vi siano bugie e periuri. E conviensi fra simili
2624 2, 12| dico a te, Battista: Oh perniziosissima peste a' mortali el troppo
2625 3, 8| 8-~ ~Né pero tanto mi fastidia questa
2626 1, 1| qui è fatta e offirmata a perpetuità. Aggiugni che qui abita
2627 2, 8| arrestare e ritardare chi lo perseguia. Così voi, per distorci
2628 1, 10| le cose caduce e fragili; perseguitano chi succomba al dolore;
2629 1, 4| sua constanza, patì che lo perseguitasse improverando per insino
2630 1, 21| veemente contenzione d'animo e perseveranza di nostro studio. Asinio
2631 1, 15| immessoci dalla natura a perseverar vita alle nostre membra;
2632 3, 4| amate. Ben ti rammento non perseveri col dolerti, né pur seguiti
2633 2, 20| scoglio a mezzo el mare, persevero sopportando le vostre onte,
2634 1, 28| concitato e veemente, Mario perseverò in sua iracundia. A simili
2635 3, 17| non si estingua ove voi perseverrete cantando. E non so come
2636 2, 22| presi e stagliuzzati da' Persi, quando e' si consigliavano
2637 3, 17| sia fatta senza iniuria di persona, sarà non indegna d'uomo
2638 1, 19| luoghi, quelle cose, quelle persone, quali siano atte a importarci
2639 2, 10| sollazzo, non voglio ti persuada avere la fortuna tra voi
2640 1, 23| esser tardi al credere e persuaderti ch'ogni uomo sia buono.
2641 3, 20| matematice; né voglio insistere a persuadervi quel che io stimo per miei
2642 1, 3| crederrei a Platone se me lo persuadesse, né voi mi loderesti s'io
2643 3, 2| vostro detto molto mi si persuase. E ricordommi di quello
2644 1, 16| ardiscono troppo, sperano con pertinacia, affaticansi in cose non
2645 3, 4| onestamenti e gradi perduti ti perturbano, tu in questo rimanti di
2646 1, 22| e troppo atti a troppo perturbar e' nostri animi. Ateglies
2647 1, 14| nostro petto iterati e gravi. Perturbasi ancora in noi l'animo dissoluto
2648 1, 38| argumenti e arte di curarci perturbati ne espurgassero del seno
2649 2, 12| ma e' coniuntissimi lo perturbavano. Leggiadro poeta!, namque
2650 2, 13| desidia e inerzia nostra ne perturbiamo, siaci non ingrato quel
2651 1, 11| e guaste dagli inimici; perturbossene in modo che 'l re Antigono,
2652 3, 18| fuori quel piuolo rotto del pertuso infiggervi uno altro intero
2653 2, 9| altra nostra commozione e perversione di mente e ragione. Addurremo
2654 2, 27| forse che tu truovi costumi perversissimi e modi di vivere pieni di
2655 3, 20| in qualche ardua e rara pervestigazione. Soglio darmi a imparare
2656 3, 21| essercizi, se insisterremo in pervestigazioni di cose degne e prestantissime,
2657 1, 4| tale o quale ambizioso, pesami la audacia, temerità e furioso
2658 2, 16| quel che si richiede, né pesano le sue copie col bisogno,
2659 1, 6| loro la lor fortuna? S'ella pesasse, non sarebbono alla levità
2660 1, 14| calzato con coturni che pesavano libbre cinquecento. Né forse
2661 3, 18| per suo trastullo solea pescare coll'amo, e non raro giucare
2662 3, 20| caccie, tendere alle fere, a' pesci. Sarà non disutile intrapreendere
2663 3, 18| dicendo: questi sono e' mia pesciatellini. Ulisses solea presso a
2664 2, 25| misurila col viver tuo, e pesila co' tuoi costumi. Oh cosa
2665 1, 22| Onde a me coloro paiono pessime consigliati quali curano
2666 1, 10| per qualunque iniuria de' pessimi uomini, mai sarà chi diventi
2667 2, 12| Battista: Oh perniziosissima peste a' mortali el troppo amore!
2668 3, 4| sue espettazioni in quella petizione del consolato se lo reputò
2669 2, 13| oratore. E non senza ragione Peto Trasea, presso a Cornelio
2670 2, 20| che quanto più arditi mi pettoreggiate, tanto più infrangerete
2671 2, 21| assiduo fusse mordace e petulante, per non abbatterci poi
2672 3, 16| animo e ammezzarle col vino. Piaccia questo rimedio del vino
2673 2, 25| suo tempo e maturità. E piacciati bene sperare delle voglie
2674 3, 15| bello. Molte cose fatte piacciono quali sono non belle mentre
2675 3, 10| è poltrone, gaglioffo, e piacegli essere non altri che e'
2676 1, 23| aperte vie e patentissime. Piaceracci adunque ubidire la natura:
2677 2, 21| qualche superchio cruccio; e piacerammi provegga di non esser sempre
2678 2, 1| quel ch'io non sento, non piacerei ad altri.~ ~
2679 3, 18| giuoco alquanto lascivo piacesse a chi e' bisognasse per
2680 2, 2| Marco, e restituiremoci qui. Piacevi? - Questo disse Agnolo.~ ~
2681 3, 5| di Fetonte suo figliuolo, piacque a Febo convitarli, e apparecchiò
2682 3, 3| dolore. Diresti: e perché piagni? Rispondere'ti come rispose
2683 3, 5| in nostri convenevoli e piagnisteri, e vediamo e conosciamo
2684 3, 6| nostre lacrime. Chi è che mai pianga pur uno di tanti suoi dì
2685 3, 5| vedesse se stessi quando e' piange, o befferebbe tanta svenevolezza
2686 3, 5| dalla fame, non solo non piangeano, ma si dimenticavano sepellire
2687 3, 3| piango perché sento che 'l pianger nulla giova al mio dolore.
2688 3, 5| altro che fare, certo non piangeresti. E' Ierosolimitani in quel
2689 1, 29| Dicea Ennio poeta: non mi piangete, non mi fate essequie, ch'
2690 3, 3| con modi e canti e versi piangiosi eccitava mestizia e sospiri
2691 3, 3| rispose Solone filosofo: piango perché sento che 'l pianger
2692 1, 14| corruttela del vivere, quali e piangono e godono più per satisfare
2693 2, 2| cani, o alle colline o a' piani, ed essercitarsi qualche
2694 3, 2| tutte aguagliarsi a un piano, tutte estendersi a una
2695 3, 5| Erano infra que' divi el Pianto e ancora el Riso, fratelli
2696 3, 4| commise in solitudine, e fuggì piazza, teatri e templi, e fuggì
2697 1, 7| pugni, dando e ricevendo le picchiate, contundersi e infrangersi
2698 1, 14| nostri pensieri persino che picchieranno a qualche scoglio di qualche
2699 1, 7| dato in tanto dolore un picciol gemito. E di que' medesimi
2700 2, 5| animo, opera né facile né picciolissima? Se, come si dice, ogni
2701 3, 4| vorare la inezia del volgo e piegarsi alle temerità de' venti
2702 2, 7| altrui, e ne' nostri mali pigliamo conforto da' mali altrui.
2703 1, 22| pace, così le faccende si pigliano per assettarci in ozio.
2704 3, 17| chi fugge. E certo giova pigliare nuovi spassi in vari luoghi
2705 3, 18| vincere, ma forse in prima per pigliarsene diletto scrivendone. E simile
2706 3, 18| Tiberio Cesare principe romano pigliava sollazzo in mezzo al bagno
2707 1, 27| non in tutto imprudente, piglierai da me qualche argomento
2708 3, 18| quasi come per escludere e pignere fuori quel piuolo rotto
2709 2, 16| che e' si reputano iusti e pii dove e' sono pure invidi,
2710 3, 7| Romani, omo religiosissimo e piissimo, vetò ch'e' morti si piangessero
2711 3, 15| accetta a Iove, e Vulcano, pincerna degli dii, gli diede el
2712 2, 25| in tempo; e persino alle pine, frutto durissimo e tardissimo,
2713 1, 29| alcuna. Non scrivendo, non pingendo, mai diventeresti pittore
2714 3, 2| architetto inventore di questo pingere e figurare, come oggi fanno,
2715 2, 30| nuvoli si colliquifaceano in pioggia e acqua, tutti si sullevorono
2716 1, 14| di cinquanta corazze di piombo e calzato con coturni che
2717 2, 3| lo 'nverno, perché fuori piovea, uscire da' libri ed essercitarsi
2718 1, 15| voglio favellare così, piovono e versansi nell'animo nostro
2719 3, 18| pasceagli del frutto de' loro pippioni: godea vedergli volare,
2720 1, 34| l servo tuo fusse buon pistore, tu in adornare te stessi
2721 3, 18| que' duo libri Quocum et Pistorem, dove e' comandano a questi
2722 1, 17| noi quello che ne ammonia Pittagora, che cosa niuna fuori di
2723 1, 29| pingendo, mai diventeresti pittore o scrittore. E scrivendo
2724 3, 17| nostro poeta gridava:~ ~Non placet iste ludus, clamo et diludia
2725 2, 20| infami l'iniuria altrui. E Planco a Cicerone scrive: «In questo
2726 1, 30| vive senza faccende, dicea Plauto quel poeta, ha più che fare
2727 3, 16| animo cantando insieme col plettro e colla lira, instrumento
2728 3, 18| Eliensis filosofo, figliuolo di Plistarco, scrive Laerzio istorico,
2729 1, 21| quae scire timet, quaerere plura jubet.~ ~
2730 | po'
2731 3, 20| imparare a mente qualche poema o qualche ottima prosa;
2732 3, 12| qui di Battista in suoi poemi toscani in quali imitò Virgilio:~ ~
2733 1, 27| istorico, Amasis re d'Egitto a Policrate tiranno fortunatissimo: «
2734 3, 16| Virgilio introdusse quel suo Polifemo in antro, quem~ ~Lanigerae
2735 1, 21| di nostro studio. Asinio Pollione, nobile oratore, scrive
2736 3, 10| felice che costui. O costui è poltrone, gaglioffo, e piacegli essere
2737 3, 20| caligine del fumo e del polverio non lo stogliesse da questa
2738 1, 11| fidò mangiare altro che pomi e frutti crudi, né bevve
2739 3, 20| faccende ch'elle siano. Que' di Pompeio, quando e' lo viddero ucciso
2740 1, 5| mano in mezzo el fuoco, e Pompeo vi pose el dito; e molti
2741 1, 22| aliena dall'ozio tuo. Tu qui pon quello studio in pensar
2742 3, 20| preposizioni de motibus ponderis. Non voglio estendermi in
2743 1, 34| di tutta l'opera che tu ponesti in fare che 'l servo tuo
2744 3, 10| sedere e giacere su dove tu poni e' piedi, e pregarti limosina
2745 3, 7| qualche intimo sospiro, ponvi modo. Numa re de' Romani,
2746 3, 4| temerità de' venti e aure populare sempre fu cosa commodissima,
2747 3, 7| 7-~ ~Appresso de' Litii, populi civilissimi, era una legge
2748 3, 9| videntem~Pergama, tot quondam populis terrisque superbum~regnatorem
2749 3, 4| consolato, ma poi repudiato dal populo e caduto dalle sue espettazioni
2750 3, 2| rottami rimasi da' marmi, porfidi e diaspri di tutta la struttura,
2751 3, 2| erano e' gran tavolati di porfiro e diaspro a suoi luoghi
2752 2, 24| dissimulare, simile a un gaglioffo porgendo la mano pregò a uno a uno
2753 2, 16| sordido e troppo astretto a porgere beneficio di sé e gratitudine;
2754 2, 22| faccende, ma comporremole e porgeremole a miglior fine. E se il
2755 3, 6| d'ogni constanza virile porgersi tale che sia o simile alle
2756 3, 14| presso ad Omero, non gli porgesse quella pozione con quale
2757 2, 4| levatomi di spalla un peso per pormelo in capo? I' mi levai quella
2758 2, 20| qual sia la mia virtù. Tal porrà or mente a' miei costumi
2759 2, 32| presertim quella qual tu porrai a cose oneste e degne, quando
2760 1, 22| la ricevere a te qual tu porresti in essequirla ricevendola.
2761 3, 2| noi non esposte in luogo e porte e assettate dove bello si
2762 1, 4| questo animo sinistro, e porterebbe seco quel destro e virile,
2763 1, 1| maraviglio, e penso quanta forza portino seco quelle a intenerirci.
2764 3, 9| antichi incarchi quali e' portò quivi, che di nuovo entrare
2765 3, 14| el velo o la vesta ove e' posasse el petto e le sua membra;
2766 3, 17| ludus, clamo et diludia posco.~ ~
2767 1, 21| interlasseremo qualche ora, e poseremo quando che sia quella veemente
2768 1, 21| elle sono. Non però voglio posporre la salute del corpo; volo
2769 1, 11| porta? Egli udì che le sue possessioni erano arse e guaste dagli
2770 3, 2| sentiamo tante cose tante varie poste in uno e coattate e insite
2771 2, 25| stanno e' tuoi incommodi posti nella stultizia altrui,
2772 2, 1| litterati in Toscana non postremo, e fra' non ultimi umanissimi
2773 1, 4| e col volto mai mutato. Potè adunque Socrate questo non
2774 3, 14| potesse in noi quello che non potemo noi in noi stessi, se già
2775 | potessi
2776 | potevi
2777 1, 23| massime e' bugiardi, que' potissime che sono versuti e callidi;
2778 1, 4| E perché no? Perché non potre' io quello che poterono
2779 | potresti
2780 1, 4| cinico, uomo in sua estrema povertà abietto, svilito e talora
2781 3, 14| non gli porgesse quella pozione con quale ella inducea oblivione
2782 3, 12| non consolarsi:~ ~Urbem praeclaram statui, mea moenia vidi.~ ~
2783 3, 20| ridurle a qualche utile pratica in vita; come fece qui Battista,
2784 2, 21| perderesti a te stessi ove tu te precipitassi ad immatura alcuna ira e
2785 2, 22| contumelia. Così noi non precipiteremo le nostre faccende, ma comporremole
2786 3, 12| immanità Dido adiudicatasi e precipitosa in morte non potette quinci
2787 3, 4| l'essere non subito, non precipitoso, non aventato in suoi movimenti
2788 1, 30| vizioso. Però sarà nostra precipua e assidua opera essercitarci
2789 2, 15| patria, atta ad eccitare preclarissimi ingegni, accommodata a ogni
2790 1, 26| 26-~ ~Così di dì in dì precludendo in noi e tagliando la via
2791 1, 17| vorrebbe non lo fare. E a precludere queste moleste voglie gioverà
2792 1, 15| apparecchiarsi con l'animo, e precludersi dalle perturbazione ogni
2793 1, 15| e' tappeti agli usci, e precludiamo ogni adito onde a noi possa
2794 3, 14| me essere preiudicato e preconstituito questo, che io in ogni altro
2795 3, 8| quasi stolidi, dolgonsi e predicano essere sé sopra tutti e'
2796 2, 19| si ritiene di narrare e predicare quello che noi non ci contenemmo
2797 1, 11| mense argentee; qual cose e' predicava da nolle stimare. Aristippo,
2798 3, 3| colui che tanto appruovi e preferisca questo instituto di vendicarsi
2799 2, 30| facea quel Demofon in mensis prefetto d'Alessandro Macedone, quale
2800 3, 1| credea avervi assoluta e prefinita questa impresa, e stimava
2801 1, 24| ne' tuoi bisogni abbi a pregare lui. Aurea sentenza de'
2802 3, 10| dove tu poni e' piedi, e pregarti limosina e pietà. Indi,
2803 1, 28| e conferiva quel che e' pregava, solea con molta instanza
2804 2, 8| considerarle altrove. Noi vi preghiamo; donateci questa opera.
2805 2, 6| maggiori del vostro ingegno, e preghiamovi e aspettiamo ne satisfacciate.~
2806 2, 33| prudentissimi scrittori giova, preghianlo che e' non ci adduca dura
2807 1, 39| io in prima desideriamo e preghianvi seguiate mostrarci, come
2808 3, 4| chiedi quel che e' mortali pregiano e prepongono, e per quale
2809 3, 2| quello che a me pare da pregiare in chi scrive o come voi
2810 2, 25| libri pittagorici tanto pregiati. Trahit sua quemque voluptas.
2811 2, 29| legno sacrato a <Pallade> e pregno d'armati. Erano e' tempi
2812 3, 14| questa causa da me essere preiudicato e preconstituito questo,
2813 1, 26| gente e commilitoni in ogni preludio e movimento atto a bene
2814 1, 16| abitano la terra. Adunque premeditando e riconoscendo noi stessi,
2815 2, 4| succinsi e assettai con premeditarvi quanto io dovea. Ma di che
2816 1, 14| ragionarne con più ozio e con più premeditata ragion di disputare. Io
2817 1, 38| conosco bisognerebbe averci premeditato. Io raccontai ciò che nel
2818 2, 1| Qual convenga in noi essere premeditazione e instituzione d'animo per
2819 1, 16| e della patria mia? Non premediterò io assiduo me essere nato
2820 1, 17| advigilare <sibi> iussit fortuna premendo.~ ~E certo, come disse Crisippo,
2821 2, 13| costumi si vuole di dì in dì prendere argumento e via a miglior
2822 3, 10| pietà. Indi, Battista, indi prenderemo ottimi e salutiferi rimedi.
2823 3, 4| inutile ad escogitare e preordinare le cose buone e opportune
2824 2, 31| soffrirli. E in prima sarà utile preparare a se stessi buona espettazione
2825 1, 38| Vedesti in che modo bisogni prepararsi e aversi in vita per escludere
2826 1, 18| verrà contro tua volontà, prepàrati che non venga contro a tua
2827 1, 18| straccare sé stesso. Ma ben ci prepareremo e offirmerenci coll'animo
2828 1, 18| tempi della seconda fortuna prepariamo e' rimedi contro l'avversità.
2829 2, 22| ma con ragione e modo si preparorono; onde in tempo ruppono con
2830 1, 22| quella di chi ne lo lievi e prepongasi ad amministrare le cose?
2831 3, 3| biasimarmi. Questi la lodano e prepongonla alle prime virtù, e dicono
2832 3, 4| che e' mortali pregiano e prepongono, e per quale s'espone el
2833 2, 11| 11-~ ~Adunque, non preporre alle espettazioni tue tanta
2834 1, 16| società e vera religione, e preporrenci in ogni nostra vita esser
2835 3, 20| cavonne quelle incredibili preposizioni de motibus ponderis. Non
2836 2, 1| richiese? Natura degli uomini prepostera e in molti modi da biasimarla.
2837 3, 14| presso a Iesippo istorico, presa da' nemici vincitori, deliberò
2838 3, 2| con suoi colori a certa prescritta e designata forma e pittura,
2839 1, 11| quale per insino alli dii prescrive severità, e con parole combatte
2840 3, 20| ella porta seco ottimo e presentaneo rimedio. Cosa niuna tanto
2841 3, 11| sapienza e virtù, subito ti si presentarà la prudenza, quale a te
2842 3, 4| questa, dove tu non puoi presentarti e averti libero, ubbidisci
2843 3, 19| noi, quando forse ci si presentassero triste alcune memorie e
2844 2, 25| occorrerà che l'offesa ti si presenterà maggiore fatta in quel tempo,
2845 2, 11| per quale possi dubitare e presentire in te quello che può e suole
2846 2, 22| Eustemon, uno de' iiij M. presi e stagliuzzati da' Persi,
2847 2, 22| tempo e occasione non ci si presta come forse desideriamo,
2848 2, 25| beneficio gratissimo e laude prestantissima donar questa nuova grazia
2849 3, 21| pervestigazioni di cose degne e prestantissime, se ci adempieremo di virtù
2850 1, 10| nulla perturbato. Uomini prestantissimi! Uomini rari! E voi con
2851 3, 18| solo per imitare Solone, prestantissimo principe e filosofo in Grecia,
2852 1, 24| facemmo menzione degli amici, prestaremo ogni diligenza in non accoppiarsi
2853 3, 1| la suttilità d'ingegno e prestezza d'intelletto quale io conosco
2854 2, 33| condizione di vivere, e prestici buona sanità di mente e
2855 3, 20| materia quali non voglio preterirli, e sono questi: non repetere
2856 2, 31| 31-~ ~Adunque a' nostri preveduti mali opporremo consiglio
2857 3, 2| non sapea che imporvi cosa preziosissima e condegna d'allogarla in
2858 2, 8| l'oro, le gemme e le cose preziosissime per meglio suttrarsi in
2859 1, 34| comperasse per qualunque sia vile prezzo?». E questi essercizi a
2860 3, 9| immoderata voluntà:~ ~Haec finis Priami fatorum; hic exitus illum~
2861 3, 10| salutiferi rimedi. Colui povero e priegami; io ricco, e dono: colui
2862 1, 24| quello che tu comperi co' prieghi. Co' pari a te vivi lieto.
2863 2, 32| lode e grazia. E gustate, priegovi, questo argumento: le cose
2864 3, 6| e ivi astergi el sudor e priemi fuori el sangue circumpresso
2865 1, 1| temperie, si può dire, della primavera: fuori vento, gelo, brina;
2866 3, 13| commodi e' venti al suo principiato corso in mare, dimenticava
2867 3, 14| atterrò e abbreviò loro vita e privogli di sanità. E non mi estenderò
2868 3, 14| uccidersi; ma in quel curare e procacciare quanto forse ella cercava
2869 3, 20| dove erano alcuni invidi, procaci e temulenti, de' quali più
2870 1, 28| una e un'altra vilissima e procacissima trecca o meretrice a garrire
2871 3, 4| modera a questa tua lingua e procacità. L'ira di chi può tanto
2872 2, 17| Se qui fusse la natura e proccurator delle cose apparecchiata
2873 3, 5| ordinatore dello apparecchio, procedeva disponendo a' convivati
2874 1, 16| gratissime al nostro padre e procreatore Iddio. A' buoni, a' quali
2875 1, 35| ingeneravano sazietà; e la sazietà produce contumelia, e dalle contumelie
2876 2, 2| mantengono la gioventù, producono la vita. E questi be' soli
2877 1, 30| combatte sé stessi. E noi, produtti in vita quasi come la nave,
2878 2, 8| motteggiasti, sia quasi come proemio a questa materia.~
2879 1, 12| ingegno e di condizione e di professione minori e in ogni grave cosa
2880 3, 11| onde a te niuno resulti profitto; ed eccoti colla prudenza
2881 3, 4| segui; vivi in assiduo e profondissimo dolore tanto che tu a te
2882 1, 26| essercizi tutti addiritti a profugar lungi da noi ogni vizio,
2883 2, 1| d'animo per escludere e proibire da noi ogni perturbazione
2884 1, 33| eques romano, e' medici proibirono le cose umide; e lui con
2885 3, 4| opinioni e volontà uomo sì, ma proibisco non diventi efferato e immanissimo.
2886 3, 9| tulit, Troiam incensam et prolapsa videntem~Pergama, tot quondam
2887 2, 4| maggior soma. A quale vi prometto nulla mi succinsi e assettai
2888 3, 2| scritti a Pallade e a quella Pronea, dea de' filosofi stoici,
2889 1, 23| sono suspiziosi, acerbi, proni ad iracundia. Voglionsi
2890 1, 28| alla virtù, ella ti si darà pronta a mai abbandonarti; e interverracci
2891 2, 24| vendicarsi: coloro presti e pronti a superchiarlo d'iniurie.
2892 1, 23| quando e' si consigliano per pronunziare la sentenza, oppongono una
2893 2, 13| per una orazione quale e' pronunziò con troppa inezia, deliberò
2894 2, 30| Né fu sempre la fortuna propizia ad Annibale contro e' Romani:
2895 2, 32| uscisse del mio disegno e proponimento. Tante nostre volontà adempiemmo
2896 3, 1| avidità e attenzione, e proponti quasi essere quarto fra
2897 | propri
2898 | propria
2899 | proprie
2900 3, 11| ma insieme qualunque cosa propulsa e distiene da noi le perturbazioni;
2901 1, 6| volendo solo col volere propulsano da sé ogni molestia.~
2902 3, 2| mostrasti in che modo si propulsino e in che modo si escludano
2903 3, 20| qualche poema o qualche ottima prosa; soglio darmi a commentare
2904 1, 23| oziosi e insieme lascivi e prosecutori delle voglie sue. E in prima
2905 1, 5| 5-~ ~Adunque in le cose prospere e in le cose avverse troviamo
2906 1, 3| de' tempi, se seguiranno prosperi o avversi. E quell'altro,
2907 2, 2| amenità di questi nostri prospetti lietissimi. Vorrebbesi testé,
2908 3, 1| quale alle disputazioni prossime di sopra, usciti che noi
2909 1, 23| incendio scalda e' nostri prossimi parieti, così l'altrui infiammata
2910 1, 30| odiare e fuggire ogni vizio prossimo molto. E molto giova darsi
2911 1, 21| e' fisici esterminare e prosternere in noi le forze della natura:
2912 2, 24| Ulisses con parole femminili e proterve, si rivolse col piglio grave
2913 1, 23| referisce male d'altri, quasi protesta non amarlo; e chi non ama
2914 3, 7| lutto in Roma, né più si protraessero e' pianti loro che sino
2915 1, 9| prima che tu lo pruovi; e provando, se bene non fussi, diventerai
2916 1, 14| sanza prima concertare e provare sé stessi e sua virtù. Quello
2917 3, 19| forse gioveranno, vuolsi provarne più e più, tanto che tu
2918 1, 33| suo fuggitivo. Parsegli provarsi se forse fusse non da meno
2919 2, 6| e non atta. Vedemmo già prove maggiori del vostro ingegno,
2920 2, 25| satisfare a' nostri sdegni, provederemo col maturo consiglio quel
2921 1, 28| vilissima per dispettarlo, che provedesse a certe strade. Rise e lieto
2922 2, 21| superchio cruccio; e piacerammi provegga di non esser sempre quel
2923 3, 17| sullevorono e restituirono. E proverrete questo voi, se mai v'accade:
2924 3, 12| ti senti più debile e men provisto e armato. Fuggi in ogni
2925 3, 3| dicono el vero. Io veggo e provo questo in me tutto el dì,
2926 1, 3| pruovo, e duolmi. Ma voi come prudente statuirete quanto sia da
2927 1, 3| ma che e' sia, lo sento e pruovo, e duolmi. Ma voi come prudente
2928 2, 4| dicea Crisippo e come chi lo pruovò el sa, molto maggiori e
2929 3, 20| salutava Cesare, o quel psittaco che gridava chere, chere,
2930 2, 27| possano e' tempi e ragion pubblice negli animi de' privati
2931 3, 20| feste e giuochi privati e pubblici. E simile lodo io el tradursi
2932 2, 2| poi si volse a que' due publici e mandònnegli a' superiori
2933 1, 7| impazienza e intolleranza puerile?~
2934 3, 18| giucare a que' simili giuochi puerili insieme co' fanciugli? Lelio
2935 1, 21| poeta Properzio:~ ~… rursus puerum quaerendo audita fatigat,~
2936 2, 24| casa; e lui nulla ricusò, e pugnando non volle quel che e' potea;
2937 2, 17| che Erodes fu cacciatore e pugnatore tale che non era da poterlo
2938 2, 24| maggior fatti, gli diede un pugno de' suoi lieve. Ancora di
2939 1, 25| Tutte sono pazze e piene di pulce le femmine, e da loro mai
2940 3, 5| perpetua memoria? Anzi, come el puledro, pur ne combatteremo e straccheremo
2941 3, 18| ben munda dal loto e ben pulita, e forse se la tenea, qual
2942 3, 3| ancora la fatica di punire e punendo render migliore chi teco
2943 2, 9| curare quelle contusioni e punture d'animo quali importò in
2944 | purché
2945 1, 31| certare malis urgentibus hoste putabat~devicto maius; nec tam fugisse
2946 1, 14| diversorio abitavano un vaso putrido e abietto, quali vissero
2947 3, 4| annoso e corroso da tarli putrirsi e insordidirsi. Adunque
2948 2, 29| essere né continuo in una quadra. Dicea Properzio:~ ~Tempora
2949 3, 2| secondo e' loro colori e quadre compose quella e quell'altra
2950 | quae
2951 1, 21| Properzio:~ ~… rursus puerum quaerendo audita fatigat,~quem, quae
2952 1, 21| quem, quae scire timet, quaerere plura jubet.~ ~
2953 | qualsiasi
2954 1, 17| gli anni di Nestore o di qualvuoi altro che più visse, ricordianci
2955 | quant'
2956 1, 21| Adunque daremo al corpo quantunche bisogna, e ritrarremolo
2957 | quaranta
2958 3, 1| e proponti quasi essere quarto fra noi a questi ragionamenti
2959 | Quattro
2960 2, 28| Heu nihil invitis fas quemquam fidere divis.~ ~
2961 3, 4| fine e termine alle tue querele? E che lode d'animo grande
2962 2, 22| fastidia; e la calamità si è querula, e la felicità è superba.
2963 2, 14| rendiamo e' nostri animi quieti e tranquilli se forse da
2964 3, 18| chiuse el tempio di Iano Quirino, non più che una o due volte
2965 2, 8| promettesti, ora interponete nuove quistioni, degne certo ma da considerarle
2966 3, 18| scrissero que' duo libri Quocum et Pistorem, dove e' comandano
2967 | quod
2968 | quondam
2969 3, 3| rinnuovano mie triste memorie e raccendonmisi insieme e' miei dispiaceri
2970 3, 5| sue già estinte memorie si raccendono maggiori cure al petto,
2971 1, 4| discorreremo narrando e raccogliendo quello potesse dire chi
2972 3, 2| altro nulla che solo el raccogliere e assortirle e poi accoppiarle
2973 2, 21| incendio, sarà da rivocarsi e raccogliersi. E dove forse bisogni altro
2974 2, 1| con quanta brevità e' ti raccolse molta copia d'ottimi ricordi
2975 3, 2| noi, Agnolo, che vediamo raccolto da voi ciò che presso di
2976 3, 17| tranquillità e a quiete revocato e racconsolato dalle suavissime voci e
2977 3, 15| mangia; poi dormendo ti racconsolerai. Benché appresso del nostro
2978 1, 4| questa parte degno di lode: raccontansi molti altri ne' quali fu
2979 1, 23| qui ancora mi stendo in raccontare come la natura oppose due
2980 3, 14| sanità. E non mi estenderò di raccontargli in quanti modi l'essere
2981 1, 14| movimenti dell'animo non accade raccontarli qui, ma restici persuaso
2982 3, 9| Non mi estendo in raccontarti le calamità sue. Felice
2983 1, 12| 12-~ ~Potrei raccontarvi molti simili. Ma questi
2984 1, 14| ben meritare di sua virtù. Raccontasti uno e un altro splendido
2985 1, 36| 36-~ ~Tutte queste racconte cose asseguiremo volendo
2986 2, 30| biasimare que' Gallogreci racconti da Iustino, quali perché
2987 2, 10| suo diletto, qual cose son radici e capo di tante nostre ansietà
2988 1, 37| Come la mano compremendo radolca e prepara la cera a bene
2989 3, 15| bere restaura le forze e rafferma l'animo». Scrive Iulio istorico
2990 3, 12| armato. Fuggi in ogni tuo ragionamento, quale tu hai fra te, ogni
2991 1, 4| come noi volesse più tosto ragionando ostare a' detti altrui che
2992 1, 11| che iudico io, che molti ragionano delle cose aspere e dure
2993 3, 20| altri che me stessi; meco ragionava, meco repetea miei studi
2994 1, 1| nel nostro tempio massimo ragionavamo, come era nostro costume,
2995 1, 6| cantare e star quieto e rallegrarmi a mia posta. Pesa loro la
2996 1, 7| proclività ruina e capolieva. Rammentami vedere la nostra gioventù
2997 1, 12| animo a virtù. O Agnolo, rammentavi quel detto di quello antico
2998 1, 23| prima si voglion fuggire e' raportatori, e massime e' bugiardi,
2999 3, 5| con gli occhi lucciolosi e rappresi, colle mani e petto e umeri
3000 2, 24| incredibile, fermezza inaudita e rarissima! Oh essemplo degno di memoria
3001 3, 20| atto con questi rimedi a rassettarmi, io piglio qualche ragione
3002 2, 18| facile ne emenderemo e rassetteremoci a più quiete.~
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