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Leon Battista Alberti
Profugiorum ab aerumna Libri III

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


34-basti | batta-decim | decli-figli | figur-iudic | iudiz-ostri | ottav-rasse | ratto-strac | strad-zoppo

                                                      grassetto = Testo principale
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3505 1, 28| che provedesse a certe strade. Rise e lieto si die' a 3506 3, 5| ambedue simili colla faccia straformata dagli altri dii. Vedevigli 3507 3, 14| el sonno, e adormentollo. Stratonices presso a Iesippo istorico, 3508 3, 3| onta, sostenga più e più strazi di me e di mia dignità. 3509 3, 4| abdicare da te quel che ti strazia e atterra? Nulla si truova 3510 2, 24| tutti si diede giuoco e strazio, a ogni altrui iniuria tacito 3511 3, 20| cadeano sotto le ferite, le strida delle moltitudine quali 3512 3, 6| acerbi pianti, l'urla e stridi femminili, a nulla sono 3513 2, 10| durerà quel vincolo quale vi strinse ad amarvi insieme. Ché se 3514 1, 3| Battista, se potesse con suoi strumenti musici adducere gli animi 3515 3, 2| porfidi e diaspri di tutta la struttura, e coattatogli insieme, 3516 2, 15| lodare e approvare, molti studiano vituperarlo e interpellarlo. 3517 3, 17| sarà non indegna d'uomo studioso. Dice Plutarco: el trasferirsi 3518 1, 26| deliberasti fare, niuna suasione d'altrui, nulla cosa potrà 3519 1, 28| molta instanza e con lunghe suasioni chiedere dalle statue più 3520 1, 33| recitarlo. Solo qui resti suaso che se l'uso può, bisogna 3521 3, 17| revocato e racconsolato dalle suavissime voci e modi di musica. E 3522 3, 5| combatteremo e straccheremo subagitando e resteggiando qua e qua, 3523 2, 19| 19-~ ~Succede ancora che non raro per 3524 2, 9| vita quieta e tranquilla, succedendogli la fortuna e le cose grate 3525 2, 10| secunda. Né dubitare, a te succederanno e' tempi tali quali per 3526 2, 13| stato di mente e d'animo, e succedere emendandoci e godendo in 3527 2, 10| natura sino a questo succedereno a te e agli altri mortali. 3528 2, 15| sé invidia quando ella si succenda e infiammisi da tante parti, 3529 2, 30| sudava. Quando e' tempi e successi delle cose appaiono gravi, 3530 1, 4| imporanno e' tempi, cioè la successione e varietà delle cose rette 3531 3, 18| iocondità. Augusto, quel primo successore a Cesare, quale tre volte 3532 3, 15| istorico che Massimino, uno de' successori a Cesare moderatore dello 3533 2, 4| quale vi prometto nulla mi succinsi e assettai con premeditarvi 3534 3, 1| pochissimi particulari e succinti rimedi atti a sedare e' 3535 1, 10| fragili; perseguitano chi succomba al dolore; inimicano chi 3536 1, 14| gl'incommodi, altra vinto succombere sanza prima concertare e 3537 1, 9| ombra degli inimici, e prima succumbiamo coll'animo che noi conosciamo 3538 2, 30| sole abrigidava e in umbra sudava. Quando e' tempi e successi 3539 3, 6| ordines, e ivi astergi el sudor e priemi fuori el sangue 3540 3, 18| ben gli nutriva. Racconta Suetonio istorico che Tiberio Cesare 3541 3, 20| aveva la bocca legata e suggellata, e a costei faceano e' sacerdoti 3542 1, 30| marcirsi in porto ma per sulcare lunghe vie in mare, sempre 3543 3, 5| e colla mente. E quanto summirava quest'altro, simile imitava 3544 3, 4| pruovi, si sederà colla tua summissione molto più che coll'alterezza. 3545 3, 4| Quello che a te è imposto dal summo Iove, quello che tu non 3546 2, 3| Risposegli Niccola: - Nulla suol pari dilettar qui Battista 3547 1, 27| gioventù: prima sussequita col suono el moto di chi impara. e 3548 3, 5| chi troverai tu a chi non superabbundino tuttora cose maggiori e 3549 2, 16| manchi quel che ad altri superabunda; né misurano e' suoi commodi 3550 2, 22| gli dii, quali certo ti superano di virtù e dignità, sono 3551 1, 10| cittadini quali perirono superati da Annibale presso al laco 3552 2, 22| querula, e la felicità è superba. Ciascuno si consiglia colla 3553 2, 23| vendicarci saremo non rigidi né superbi. E intanto asconderemo e' 3554 1, 28| Roma, dimenticò el fastu e superbia regia e divenne paziente 3555 3, 9| quondam populis terrisque superbum~regnatorem Asiae...~ ~ ~ 3556 1, 3| peccare, la licenza del superchiare e' minori, le conspirazioni 3557 2, 17| simili cose immoderate e superchie. E se pur le chiedessi, 3558 2, 21| poi a rompere in qualche superchio cruccio; e piacerammi provegga 3559 1, 10| fusse un di questi severi supercilii stoici, inventori e disputatori 3560 1, 17| esser beati più dalle cose superflue che dalle necessarie. E 3561 2, 2| publici e mandònnegli a' superiori magistrati con buona scusa. 3562 1, 11| mortali; chi fu in simile superstizioni più veemente ripreenditore 3563 1, 34| vezzi del babbo, e ora a noi suppeditano abundante le fortune, né 3564 3, 4| argumenti mi si inondarebbe e suppeditarebbe. Forse altrove a tuo posta 3565 3, 3| cecità tua, non ti aggravi la surdità. Quando molte cose testé 3566 2, 16| che in noi forse manca. E surge ancora l'invidia da quello 3567 1, 15| Onde? Certo diranno alcuni surgere o dalla perversità de' tempi, 3568 1, 11| acqua di quella solo che surgeva fuori da entro della terra.~ 3569 2, 26| uomo di cose quali in prima surgono d'altronde che da chi noi 3570 3, 5| quest'altro. Gli dii chi surrise della inezia loro, chi forse 3571 3, 20| villa a quello aiere libero, suso que' lieti colli, fra que' 3572 2, 12| aure, sonus excitat omnis~suspensum et pariter comitique onerique 3573 2, 31| interpognianci qualche suspizione di cose avverse quasi come 3574 2, 12| sempre sta pieno d'infinite suspizioni e paure e dolori, ora di 3575 1, 25| Vogliolose, audaci, inconstante, suspiziose, ostinate, piene di simulazione 3576 1, 23| Alcuni da natura sono suspiziosi, acerbi, proni ad iracundia. 3577 1, 27| ballare alla gioventù: prima sussequita col suono el moto di chi 3578 1, 15| ogni adito, ed eccitare e susservare in noi quello ignicolo innato 3579 1, 7| offirmata, ella non solo se sustenta ma e ancora sopra ivi regge 3580 1, 21| la salute del corpo; volo sustentare, non saziarlo. Dicea Diogenes 3581 3, 14| quel suo naufragio, gli sustese el velo o la vesta ove e' 3582 3, 1| non potrei esprimere la suttilità d'ingegno e prestezza d' 3583 3, 14| ma solo gl'indusse, per suttrarlo alquanto da tante miserie, 3584 2, 8| preziosissime per meglio suttrarsi in fuga e per arrestare 3585 2, 9| adattati e bene accommodati svelgano e diradichino ed espurghino 3586 3, 5| piange, o befferebbe tanta svenevolezza o dorrebbegli tanta sua 3587 3, 8| loro concette maninconie sviano el sonno, interlassano el 3588 1, 8| la sinistra volontà nollo svii; e sempre fie pronto donde 3589 3, 2| disse Agnolo, e poi di nuovo tacendo oltre s'avviò passeggiando. 3590 1, 23| Sentenza d'Ippocrates: el tacer non sete. Né qui ancora 3591 1, 23| se taci, sempre puoi non tacere. Sentenza d'Ippocrates: 3592 3, 20| ozio e solitudine. E non vi tacerò quel ch'io provai in me. 3593 1, 23| mai si può revocare: se taci, sempre puoi non tacere. 3594 2, 24| strazio, a ogni altrui iniuria tacito e paziente, perché così 3595 3, 20| significare che soffrendo con taciturnità le angustie dell'animo tornano 3596 1, 28| escluso la notte dalla moglie, tacque. M. Babio rimise salvi e 3597 1, 26| precludendo in noi e tagliando la via alle perturbazioni 3598 2, 30| in luogo che per quella tagliatura e' guarì da morbo prima 3599 2, 3| pure con voi ovunque a voi talentassi; e questo sì per farvi compagnia, - 3600 | talvolta 3601 | tam 3602 1, 15| vetri alle finestre, e' tappeti agli usci, e precludiamo 3603 2, 25| pine, frutto durissimo e tardissimo, hanno suo tempo e maturità. 3604 2, 21| consiglio e maturità. Col tardo consiglio si fanno e' fatti 3605 3, 4| trave annoso e corroso da tarli putrirsi e insordidirsi. 3606 2, 21| presso a Livio istorico, que' Tarquini: egli è cosa pur pericolosa 3607 2, 24| sua fatta quasi come una taverna pubblica, piena di gente 3608 1, 23| sentenza, oppongono una tavoletta, e ivi dopo iunti e' capi 3609 3, 15| solea ricevere in certe tazze el suo sudore quando e' 3610 3, 4| solitudine, e fuggì piazza, teatri e templi, e fuggì ciascuno 3611 2, 12| non ulla iniecta movebant~tela neque adverso glomerati 3612 1, 10| al dolore; inimicano chi tema e' pericoli; odiano chi 3613 1, 11| cadere in insidie quale e' temea da Nerone e da' suoi veneni, 3614 2, 6| Sileno insegnò a Mida non temer la morte. Non referisco 3615 2, 24| mosse el capo. Vollono que' temerari pacchiatori che facesse 3616 1, 11| istorico che costui tanto temette la morte che per non cadere 3617 1, 35| dispiace. Per questo desiderava Temistocle imparare da Simonide non 3618 2, 31| cose avverse quasi come temperamento di tanta letizia. E se alle 3619 2, 19| invero può affermarci iusti e temperanti e virtuosi. E de' biasimi 3620 3, 11| colla prudenza insieme la temperanza, a quale null'agrada ogni 3621 1, 26| in moderar le volontà, e temperar l'ira. A tutt'e due daremo 3622 1, 1| estive e autunnali; qui entro temperatissimo refrigerio. E s'egl'è, come 3623 1, 19| affetti e' moti dell'animo. Temperato l'amore, si spegne la volontà. 3624 1, 19| la oppinione e iudizio, tempererai gli affetti e' moti dell' 3625 1, 1| che qui abita continuo la temperie, si può dire, della primavera: 3626 3, 10| stanno a' vestiboli de' tempî nostri. Quanto mi sollievano, 3627 3, 4| e fuggì piazza, teatri e templi, e fuggì ciascuno luogo 3628 2, 29| quadra. Dicea Properzio:~ ~Tempora vertuntur; certe vertuntur 3629 2, 23| constanter mala, et inferias in tempore longo~missurum fratri, clauso 3630 2, 26| Marziale,~ ~sub principe duro,~temporibusque malis ausus es esse bonus.~ ~ 3631 3, 20| alcuni invidi, procaci e temulenti, de' quali più d'uno con 3632 2, 21| gli rimproverò ch'egli era temulento, e disse: «Tu che farai 3633 3, 20| uccello, co' cani alle caccie, tendere alle fere, a' pesci. Sarà 3634 1, 30| lunghe vie in mare, sempre tenderemo collo essercitarci a qualche 3635 2, 24| impedire quello dove e' tendeva a maggior fatti, gli diede 3636 3, 6| ingemuit et palmas ad sidera tendit. Le molte lacrime, gli acerbi 3637 3, 15| trastullati con qualche tenera fanciulla stanotte». E altrove 3638 1, 1| intere e vere voci con tanta tenerezza e flessitudine? Affermovi 3639 3, 18| bagno natare con più e più tenerucci fanciugli, e ridea dicendo: 3640 3, 2| ragionare troppo mi dilettasti e tenestimi di cosa in cosa continuo 3641 1, 4| virtù intera, ch'io in tutto tenga escluso da me quello animo 3642 3, 10| da volerle espeditissime) tengo vestite e obinvolute: colui 3643 3, 20| miei stimoli d'animo mi tengono sollecito e desto, per distormi 3644 2, 1| qualche ragione. Iersera mi tenneno sino a molta notte, e ora 3645 2, 24| coll'arco in mano prima tenta le cocche, rivede la corda 3646 3, 11| volontà di Dio, quali e' teologi antiqui appellavano dii, 3647 1, 15| al fuoco e al sole e alle terme: così alle volubilità e 3648 2, 16| sue copie col bisogno, ma terminan queste cose non colla ragione 3649 3, 4| quando che sia, fine e termine alle tue querele? E che 3650 2, 12| agmine Grai;~nunc omnes terrent aure, sonus excitat omnis~ 3651 2, 24| grave e collo sguardo sì terribile ch'ella impaurì. Prudentissimo 3652 3, 9| Pergama, tot quondam populis terrisque superbum~regnatorem Asiae...~ ~ ~ 3653 2, 22| pericolo sotto le macchine tese da Nerone per opprimerla 3654 3, 18| fessitudini delle sue faccende e tessea paneruzzole. Vidi io alcuni 3655 3, 2| Aggiugni che non tanto el tessere e connodare in un sieme 3656 1, 33| della sanità sua stare colla testa discoperta tanto quanto 3657 2, 21| fece Tullio in Vatinium testem. E poi, spenta quella vampa 3658 2, 1| de' miei studi cognitore e testificatore Dio immortale e gli altri 3659 3, 6| degli altri, quasi segno e testificazione della umanità tua. Ma in 3660 3, 15| dove egli introduce quella Tetis che suade al figliuolo suo 3661 3, 20| fiamme e dalle ruine de' tetti e de' tempi, nulla el commoveano. 3662 3, 2| della natura, apposervi el tetto quale difendesse tanta opera 3663 1, 19| quel detto antiquo di quel Teucer, uomo prudentissimo tanto 3664 3, 18| Racconta Suetonio istorico che Tiberio Cesare principe romano pigliava 3665 2, 23| conosci tale quale conoscea Tibullo poeta sé, ove e' dicea:~ ~ 3666 1, 28| materia ad informarci a virtù. Tigranes, nipote del re Archelou, 3667 2, 12| pariter comitique onerique timentem.~ 3668 1, 21| fatigat,~quem, quae scire timet, quaerere plura jubet.~ ~ 3669 2, 30| fortuna prossima non lieta, timidi non cadere alle mani de' 3670 1, 9| milizia chi sia inesperto e timido, così noi fuggiamo al primo 3671 1, 4| racconto Pirro, Eraclito, Timon e simili, quali furono contro 3672 1, 1| Quanto fu ingegno in quel Timoteo musico, inventore di tanta 3673 3, 6| el piangere a noi uomini tinti di lettere, sarà quando 3674 2, 25| consuetudine del vivere alletta e tira e' nostri animi a vari costumi 3675 3, 4| quando el cielo serve a nuovi tiranni, e al tutto modera a questa 3676 2, 20| tolleranza e' furiosi impeti di Tito Gracco. E appresso di Iosefo 3677 1, 22| sendogli ratto el premio e titolo della vittoria in teatro, 3678 3, 10| tanta oscenità e fedità toccherebbe parte a me, se ogni cosa 3679 3, 18| mescolarsi con qualche femmina tocchin nulla se prima e' non si 3680 2, 21| non si possono con imperio togliere né con alcuna filosofia 3681 1, 35| fortuna, e quello ch'ella ti togliesse, non ti agraverà. Aggiugni 3682 1, 27| iudicai commodissimo ausarsi a tollerare ora le cose seconde ora 3683 2, 9| onde poi effeminati non tolleriamo noi stessi e inculpiamo 3684 3, 2| picciolo e privato diversorio tolsi da quel pubblico e nobilissimo 3685 3, 14| composto dalla moglie di Tono medico, qual farmaco spegne 3686 3, 8| che così si crucciano e tormentano con sue triste memorie e 3687 3, 20| taciturnità le angustie dell'animo tornano poi in voluttà. Ma perché 3688 1, 7| viso, le mani, el petto, tornare fiacchi, lividi, senza aver 3689 2, 24| tanti suoi naufragi Ulisses, tornato alle gente sue sconosciuto 3690 1, 35| quello che desti non lo torrà la fortuna, e quello ch' 3691 2, 25| né questo fare' io. Non torresti el suo capro a Dameta, né 3692 3, 12| di Battista in suoi poemi toscani in quali imitò Virgilio:~ ~ 3693 | tot 3694 3, 18| rompea e fuori in terra traboccava, costui, principe ottimo 3695 3, 4| conveniente a bene e beato traducere ogni suo età piena d'officio, 3696 2, 3| voi, Agnolo, non so dove traducessi molta parte de' miei 3697 1, 27| Nondimeno errando cureremo tradurci sì che ogni si aggiunga 3698 3, 1| Né qui so dirizzarmi a tradurlo dove io da lungi scorgo 3699 3, 20| pubblici. E simile lodo io el tradursi colla gioventù in villa 3700 1, 8| in vita col modo e via di tradurti grato a te stessi, accetto 3701 2, 23| con quanta ragione Ulisses tradusse e' casi suoi? Vide Ulisses 3702 3, 1| lungi scorgo bisognerebbe tragettarlo. Dissi cose assai, e forse 3703 2, 25| pittagorici tanto pregiati. Trahit sua quemque voluptas. E 3704 1, 25| fuggi ogni commerzio, fuggi trame e lezi di qualunque femmina. 3705 2, 14| e' nostri animi quieti e tranquilli se forse da iniuria e improbità 3706 1, 12| l'animo loro era pacato e tranquillo. E pure, se uno e un altro 3707 3, 5| vedendogli così osceni e transformati, si maravigliò che 'nfra ' 3708 3, 1| men da poterlo muovere e transportarlo che e' non si fidava.~ 3709 2, 12| siano e' furori che tuttora traportino que' miseri mortali in quali 3710 2, 27| siano uomini, tante vi siano trappole, quante vi s'usano parole, 3711 3, 18| altro intero piuolo, e per trargli la bizzarria bisognava litigar 3712 3, 3| quando nel mio pensare trascorro di cosa in cosa, allora, 3713 3, 3| questo negligere noi stessi e trascurare ogni nostra dignità, qual 3714 2, 13| E non senza ragione Peto Trasea, presso a Cornelio storico, 3715 3, 17| studioso. Dice Plutarco: el trasferirsi qua e qua si è quasi come 3716 3, 18| presso a Gaeta soleano simile trastullarsi co' calculi e fargli balzellare 3717 3, 15| gli dice: «Figliuol mio, trastullati con qualche tenera fanciulla 3718 1, 12| peli». Ma che noi pure ne trastulliamo con parole dove bisognerebbono 3719 1, 10| Annibale presso al laco Trasumeno qui presso a Cortona: «E 3720 2, 5| tanta opera debolissimo, trattar quello che sia impossibile 3721 2, 25| condizione di così farti e così trattarti. Era Codro povero; però 3722 2, 1| essere modesti, mansueti e trattevoli, par che sempre cerchiamo 3723 2, 32| che se Cesare non avesse tratto Ottaviano in tanta amplitudine, 3724 3, 2| videvi sopra imposti e' travamenti e la copertura fatta di 3725 1, 22| perturbazione, ma ancora travaricare e pervertere ogni instituto 3726 3, 4| crucciati, e simile a un trave annoso e corroso da tarli 3727 3, 3| t'adduce e oppone nuove traverse e dure offese: el soffrire 3728 1, 28| vilissima e procacissima trecca o meretrice a garrire seco; 3729 2, 30| divenuti pallidi, squallidi, e tremavano; poi quando videro che que' 3730 3, 6| ad secundos, at non inter triarios ordines, e ivi astergi el 3731 3, 4| Necessità sono ministri e' Fati triformi e le mai dimentiche Erine».~ 3732 3, 7| pianti loro che sino al trigesimo . Cesare dittatore el 3733 1, 8| 8-~ ~Dicea Ermete Trimegisto antiquissimo scrittore: « 3734 3, 18| Appio Claudio, uomo che trionfò, sendo grave e maturo, persino 3735 3, 20| divertere l'animo da ogni trista memoria e duro pensiero, 3736 2, 4| nostra, già che el merore, le tristezze e gli altri crucciati dell' 3737 3, 17| distorre l'animo da que' tristi pensieri del morire. Ma 3738 2, 1| occupato da qualche merore e tristizia, o da qualche altro impeto 3739 1, 14| furono contenti d'una sola e trita vesta, quali per loro diversorio 3740 3, 2| scrittori era disseminato e trito, e sentiamo tante cose tante 3741 3, 9| exitus illum~sorte tulit, Troiam incensam et prolapsa videntem~ 3742 3, 20| quando e' lo viddero ucciso e tronco giacere in sul lito, tanto 3743 | troppe 3744 3, 5| col suo urlare e accanirsi trovar più tosto e con men fatica 3745 3, 5| quello ch'elle nulla possono trovare, o se credono col suo urlare 3746 1, 10| fie quella de' mortali se trovaremo in vita niuno sì inculto 3747 1, 30| cose e poche e facili a trovarle.~ 3748 1, 1| fine e' dicono che furono trovati: troppo m'acquetano da ogni 3749 3, 2| Ma costui qualunque e' fu trovatore di cosa sì vezzosa, forse 3750 1, 2| qual due uomini altrove si troverebbono o sì compiuti d'ogni pregio, 3751 3, 20| pensiero, dicovi questo: nulla troverete utilissimo quanto occupare 3752 1, 4| modo a chi ne offende, ci troverremo esseremen che uomini, 3753 1, 26| perturbazioni in modo ch'elle trovino chiuso ogni addito e otturato 3754 3, 14| avversità, sopragiunse e trovollo giacere in su un suo quasi 3755 2, 30| Romani seconda e vittoriosa: trovorono Annibale quale in molta 3756 3, 9| hic exitus illum~sorte tulit, Troiam incensam et prolapsa 3757 2, 21| vorremo ogni impeto, qual fece Tullio in Vatinium testem. E poi, 3758 3, 2| tutte corrispondere a un tuono, tutte aguagliarsi a un 3759 2, 4| vacui d'ogni estuazione e turbidamento d'animo? E non recuso satisfarvi 3760 3, 19| memorie e insurgessero in noi turbulenti pensieri e agitazione di 3761 | tutt' 3762 2, 10| consigliandoci col vero e ubbidendo alla ragione. Queste a te 3763 3, 4| presentarti e averti libero, ubbidisci a chi più può. Ad Euripide 3764 2, 24| mai scoprirsi. Tutte le ubriachezze degli altri sofferse, con 3765 3, 20| Converrassi adoperare coll'uccello, co' cani alle caccie, tendere 3766 3, 14| deliberò uscire di servitù e uccidersi; ma in quel curare e procacciare 3767 2, 30| alle mani de' loro inimici, uccisero suo madri e suoi figliuoli, 3768 1, 10| alieno d'ogni ragione, quale udendo queste vostre gravissime 3769 1, 11| opra come si porta? Egli udì che le sue possessioni erano 3770 3, 1| eloquenza e adattezza a dire. E udirai da questi due uomini dottissimi 3771 1, 4| satisfargli, poiché a lui diletta udirmi, e questi sono certo ragionamenti 3772 3, 4| largo. Non vorrei essere udito da questi miei filosofi. 3773 3, 14| umana interviene, come dicea Ulisse ad Achille, che a' nostri 3774 2, 12| et me, quem dudum non ulla iniecta movebant~tela neque 3775 2, 24| Plutarco, che non si vuole ultro et sponte offerirsi alle 3776 1, 12| non è uomo. Se negli animi umani abita la carità, se v'ha 3777 2, 1| postremo, e fra' non ultimi umanissimi el primo in cui sia coniunta 3778 1, 2| De Familia, buono uomo e umanissimo vecchio; l'altro siete voi, 3779 3, 5| rappresi, colle mani e petto e umeri implicati e discommessi. 3780 1, 33| medici proibirono le cose umide; e lui con ausarsi divenne 3781 3, 4| si spegne e medica colle umili parole; e gioveratti non 3782 3, 4| che diffidarsi e troppo umiliarsi. Ma questa egritudine d' 3783 3, 10| lutoso di fetido e virulento umore; io nitido splendido e tutto 3784 3, 3| facessonsi le essequie, e l'undecimo ordinò se gli construisse 3785 1, 16| el cielo, le stelle e la universa natura, ma e ancora in prima, 3786 3, 9| tutta la summa de' mali universi de' mortali si distribuisse 3787 2, 19| celeberrimo teatro. Né cerca l'uom savio altri arbitri di suo 3788 2, 31| credis, Graia pandetur ab urbe.~ ~ 3789 3, 12| quinci non consolarsi:~ ~Urbem praeclaram statui, mea moenia 3790 1, 31| cubile~et certare malis urgentibus hoste putabat~devicto maius; 3791 3, 6| lacrime, gli acerbi pianti, l'urla e stridi femminili, a nulla 3792 3, 5| trovare, o se credono col suo urlare e accanirsi trovar più tosto 3793 3, 4| incorsano e da molte parti noi urtano in vita. Se a te dolgono 3794 1, 12| noi vorremo che l'animo urtato dagli impeti avversi, caduto 3795 1, 20| né andare che tu non sia urteggiato. Sentenza di Crasso oratore: 3796 1, 14| poi ivi noi sentiamo gli urti dentro al nostro petto iterati 3797 1, 4| dicono, omai a te stessi, e usa le cose presenti come presenti. 3798 1, 28| pari servire sé. Così tu usandoti gratificare alla virtù, 3799 2, 27| siano trappole, quante vi s'usano parole, tante vi siano bugie 3800 2, 25| in ogni luogo è indegno d'usarvi iniustizia. E se cosa niuna, 3801 1, 10| dico, Agnolo, se voi usassi presso a que' calamitosi 3802 1, 15| finestre, e' tappeti agli usci, e precludiamo ogni adito 3803 3, 4| da sue grave maninconie, uscì di vita. Eccuba fingono 3804 2, 32| a mio arbitrio, e nulla uscisse del mio disegno e proponimento. 3805 1, 23| alcuna, però che la parola uscita mai si può revocare: se 3806 1, 10| della patria sua essere uscito di vita con laude, merito 3807 2, 25| sofferenza quel che attagli, useremo non stizza, non subitezza, 3808 3, 12| inimici tuoi, altrove non useresti. E come in mare l'ancora, 3809 3, 4| fasto ed elazione antiqua. Usurpa testé nuovi costumi quando 3810 3, 11| d'argumentare, quali tu usurparesti in consolare altrui, que' 3811 3, 2| veggonsi queste cose litterarie usurpate da tanti, e in tanti loro 3812 3, 19| primi insulti adunque subito usurperemo simili remedi; e con ogni 3813 1, 24| Quanto sia la verità degna e utilissima a ogni ferma quiete, e contro, 3814 3, 1| dottissimi cose degne, grate e utilissime. Leggimi, come sino a qui 3815 1, 16| forse per tradur mia età vacua e disoporosa? Questo intelletto, 3816 3, 2| grave fissura, niuna deforme vacuità, mi diletta, e iudico nulla 3817 1, 27| ingiuria de' tempo avversi. Vale». Così adunque a noi; e 3818 1, 16| desidia e inerzia e nulla valere in me? O forse le adoperrò 3819 3, 3| vendicarsi in vita ch'io, per valermi di una onta, sostenga più 3820 3, 4| moltitudine più che 'l fuoco valida, e più atta a destruere 3821 1, 16| Dio sopra tutte l'altre validissime, la ragione e la società, 3822 1, 23| come la natura oppose due valli e siepi alle parole nostre, 3823 2, 21| testem. E poi, spenta quella vampa e evaporato l'incendio, 3824 1, 1| tiepido aere e quieto: fuori vampe estive e autunnali; qui 3825 3, 2| e per coadornare e per variare el pavimento dagli altri 3826 1, 14| diversorio abitavano un vaso putrido e abietto, quali 3827 2, 21| impeto, qual fece Tullio in Vatinium testem. E poi, spenta quella 3828 3, 14| quale s'ascrive a tutti noi vecchi, e accusanlo che fu bevitore; 3829 2, 30| perché in loro sacrifici vedeano segni di fortuna prossima 3830 2, 6| voi difficile e non atta. Vedemmo già prove maggiori del vostro 3831 3, 6| queste femminelle qualcuna vedendoci col viso madido e mezzo 3832 3, 5| disonestissimi. Pirteo, vedendogli così osceni e transformati, 3833 3, 1| certo utile e degna, qual vederai disputata in questo terzo 3834 1, 39| ansietà dell'animo.~AGNOLO. Vederemo.~~ 3835 3, 18| de' loro pippioni: godea vedergli volare, e, come dicono e' 3836 3, 5| in tutto quanto costui a vederlo sozzo e iniocundo. Miravagli 3837 1, 4| non pensi a più cose, e vederommi assalito da certo dolore 3838 3, 11| benefici e liberali e cupidi di vederti migliore. Aggiugni che sempre 3839 3, 5| calamitosi». E certo pur sì, chi vedesse se stessi quando e' piange, 3840 1, 38| precetto a questa causa. Vedestigli tu in questo come nell'altre 3841 1, 2| sempre v'appella padre, e védevi e odevi con avidità e volentieri, 3842 3, 5| straformata dagli altri dii. Vedevigli colla bocca di qua e di 3843 1, 33| adorasse el sacrificio. Vedilo testé che d'astate in astate 3844 1, 5| caduce e fragili, quando e' vedono che chi non abandoni se 3845 2, 1| in vita. In questo libro vedrai in che modo, se forse già 3846 3, 20| con varie e in prima non vedute macchine e instrumenti bellici, 3847 3, 8| fuggono e vedere ed essere veduti dagli altri uomini, e in 3848 2, 1| onorare el sacrificio, e vedutoci insieme ne accogliemmo per 3849 3, 9| versi troppo teneri e molto veementi ad eccitarci a compassione 3850 2, 9| essere in mezzo avvinti da veementissime oppressioni, e stimansi 3851 3, 17| che le escubie funerali si vegghiassero cantando. Credo io così 3852 3, 2| dictum quin prius dictum. E veggonsi queste cose litterarie usurpate 3853 1, 3| Altrove sarà da disputarne. Vegniamo a quello che io desidero 3854 1, 34| saresti ottimo cittadino. Ora venderesti quel servo molti danari. 3855 1, 11| tiepido e per avarizia poi lo vendesse a' suoi cittadini. E Zenone 3856 2, 19| e sentirle e refutarle e vendicarle.~ 3857 2, 25| scopertasi occasione di vendicarti, qual sarà maggiore vendetta 3858 | venendo 3859 1, 14| fuggì cadere in insidie e veneno di Nerone. Dicea quel prudentissimo 3860 3, 15| acidos. Indi nominorono Venere acidalia, ditta che lievi 3861 | venissero 3862 | vennero 3863 3, 18| vezzi tenea colombi paia ventimila, e pasceagli del frutto 3864 | venuti 3865 2, 29| E che così sia, vedi a Vergilio quel Laocon sacerdote, qual 3866 2, 20| soffrire a chi l'offende un vergognarsi di tanto perseverare in 3867 1, 24| disposto di mai dir parola non verissima, a costui mai verrà in mente 3868 3, 2| non nego, sono specchio verissimo della vita umana.~ 3869 | verranno 3870 | verremo 3871 1, 15| favellare così, piovono e versansi nell'animo nostro vacuo. 3872 2, 21| per una volta sfogarsi, versarvi quanto vorremo ogni impeto, 3873 3, 18| talvolta con tanto stomaco si versava contro a' rapaci cittadini 3874 1, 1| invocare da Dio con que' versiculi greci aiuto alle nostre 3875 1, 23| que' potissime che sono versuti e callidi; da qual sorte 3876 2, 29| amores.~Et deus, et durus vertitur ipse dies.~ ~ 3877 | veruno 3878 2, 14| altrui fussimo concitati e vessati. Ma prima assolveremo quanto 3879 3, 20| tanto mi disdice da mia vessazione d'animo, né tanto mi contiene 3880 3, 2| quella e quell'altra pittura, vestendone e onestandone tutto el pavimento. 3881 3, 10| impariamo sanificarci, stanno a' vestiboli de' tempî nostri. Quanto 3882 3, 10| infermi giaceano fuori a' vestibuli e intrate del tempio. Chi 3883 2, 23| in tempo seguire e' suoi vestigi bisognando.~ 3884 3, 3| Virgilio: agnosco veteris vestigia flammae, ma e in prima mi 3885 3, 7| pur volesse piangere si vestisse con veste di qualche femmina. 3886 3, 10| volerle espeditissime) tengo vestite e obinvolute: colui scabbioso, 3887 1, 3| dicesse non esser possibile vetare da noi tanto male se non 3888 1, 14| opinione sono da noi stessi vetate. Tu dicesti, ciascuno vorrebbe 3889 3, 3| desiderare quello che a me sia vetato e perduto, pur quando spesso 3890 3, 11| la prudenza, quale a te veterà perseverare in questo tuo 3891 3, 3| presso a Virgilio: agnosco veteris vestigia flammae, ma e in 3892 3, 7| religiosissimo e piissimo, vetò ch'e' morti si piangessero 3893 1, 15| ostringe, noi oppogniamo e' vetri alle finestre, e' tappeti 3894 3, 5| ho; vorrei. E' fanciugli vezzosi imparano piangere dalla 3895 1, 21| chi ama, quale scrive quel vezzosissimo poeta Properzio:~ ~… rursus 3896 1, 33| Scriveno che a Iulio Viatore, eques romano, e' medici 3897 2, 20| molestati da' suoi finittimi e vicini, e acquistò loro amore e 3898 1, 22| e inimicizia. Atqui amat victoria curam, dicea Catullo; e 3899 3, 20| di Pompeio, quando e' lo viddero ucciso e tronco giacere 3900 3, 9| Troiam incensam et prolapsa videntem~Pergama, tot quondam populis 3901 2, 30| e tremavano; poi quando videro che que' nuvoli si colliquifaceano 3902 2, 3| Battista quanto l'essercizio; e vidilo io non raro lo 'nverno, 3903 | viene 3904 2, 29| nocerebbe a' sani, e quel che e' vietano in altri, come incanti e 3905 1, 4| dure e aspre? E a noi chi vieterà che non ci sia lecito nelle 3906 2, 32| troverai fedele la industria e vigilanza tua, presertim quella qual 3907 3, 1| come a chi truovò nella vigna quasi el cucuzzolo d'un 3908 1, 34| comperasse per qualunque sia vile prezzo?». E questi essercizi 3909 3, 11| ogni tua imbecillità, e vilipende qualunque sia cosa non eccelsa 3910 1, 28| stomaco e perturbazione parole villane e rissose contro a sé. Leggesi 3911 2, 28| giuoca: se gli avviene buono, vinca; se forse caddero sinistri 3912 1, 4| stessi saperò donde e come. Vincemi la indignazione di troppe 3913 3, 11| e adattati a vincere, e vincerai per tua virtù quando vorrai, 3914 3, 14| istorico, presa da' nemici vincitori, deliberò uscire di servitù 3915 2, 23| compescit lacrimas... vincitque ferendo~constanter mala, 3916 2, 20| vostre onte, e sofferendo vinco, in modo che quanto più 3917 2, 10| quanto fra voi durerà quel vincolo quale vi strinse ad amarvi 3918 1, 23| Così noi; e faremo come a Vinegia que' che seggono iudici 3919 1, 11| d'oro in premio perché e' vinse tutti gli altri a bevere. 3920 1, 10| risponderebbono essi? Credo la madre, vinta dal dolore, arebbe poco 3921 1, 14| vitare gl'incommodi, altra vinto succombere sanza prima concertare 3922 1, 29| essercitandosi abituare in sé virtute alcuna. Non scrivendo, non 3923 3, 10| malattie e lutoso di fetido e virulento umore; io nitido splendido 3924 1, 14| putrido e abietto, quali vissero non d'altro che di cavoli, 3925 1, 4| questa età in qual mi vedete vissuto già anni circa novanta. 3926 1, 23| nuoce a chi, e cedendoli e vitandoli, non se allontana. E sopratutto 3927 1, 14| incontrarsi al male. Altra cosa è vitare gl'incommodi, altra vinto 3928 1, 20| Dicea Ovidio:~ ~et capiunt vitium, ni moveantur, aquae.~ ~ 3929 3, 2| se fu Cipreste, del quale Vitruvio scrive tanta lode, o se 3930 2, 30| pubblica de' Romani seconda e vittoriosa: trovorono Annibale quale 3931 2, 15| approvare, molti studiano vituperarlo e interpellarlo. O cittadini 3932 3, 6| oziosi o adoperati in vizio e vituperio? E qual ti pare mal maggiore 3933 3, 14| molti altrove robusti e vivacissimi uomini che la intemperanza 3934 1, 24| affermare questo, che chi viverà disposto di mai dir parola 3935 2, 31| male, almeno in quel mezzo viverai sanza quella sollicitudine 3936 1, 29| contagione e macula del vizio, e viveremo lieti e contenti. Oh dolce 3937 3, 7| apud Cannas gravissima e da viverne tutta quella età adolorati, 3938 1, 33| quale se e' potea solo viversi senza Diogenes, molto più 3939 1, 17| lungi la morte. E se bene vivessimo gli anni di Nestore o di 3940 1, 10| adiudicati a cose per quali viviamo beati e acquistianci immortalità». 3941 2, 27| tempi nostri, quanti buoni vivono vita misera e non degna 3942 1, 30| infracidano l'animo e rendonlo vizioso. Però sarà nostra precipua 3943 1, 25| impaccio e indignazione. Vogliolose, audaci, inconstante, suspiziose, 3944 1, 23| voglie sue. E in prima si voglion fuggire e' raportatori, 3945 1, 16| mutansi di prole in prole; vola loro età; tardi a sapienza, 3946 | voler 3947 2, 10| e forma, quando che sia, voleranno fra le cose perdute e spente.~ 3948 3, 10| parte del viso (membra da volerle espeditissime) tengo vestite 3949 2, 16| iusta o iniusta ragione, di volerlo; e sono queste cose volute 3950 1, 14| starsi ocioso, sempre si volge e avvolge in sé qualche 3951 | volli 3952 2, 24| che un poco mosse el capo. Vollono que' temerari pacchiatori 3953 1, 16| richiede; e io così sponte e volonteroso delibero. Su, dianci coll' 3954 2, 2| magistrati con buona scusa. E voltossi a Niccola, e sorrise e disse: - 3955 2, 29| cieli e fati quali sono volubili e instabili. Adunque saranno 3956 3, 20| sacrificio nel sacello della dea Voluppia; qual misterio interpetra 3957 2, 16| volerlo; e sono queste cose volute le più volte tali che elle 3958 3, 4| sapere, come e' dicono, vorare la inezia del volgo e piegarsi 3959 | vorrà 3960 | vorrai 3961 1, 13| moderatori de' nostri animi, vorre' io m'insegnassero non fingere 3962 | vorrete 3963 3, 11| sollicitare gli dii con tanti tuoi voti e chieste. Eccita in te 3964 3, 15| desiderava, accetta a Iove, e Vulcano, pincerna degli dii, gli 3965 1, 14| studi nascondere quell'arte vulgata dello argumentare disputando; 3966 3, 3| costui adducerete que' detti vulgatissimi e notissimi: non ti dispiaccia 3967 2, 22| serbava eternum sub pectore vulnus; ma faremo secondo che ammoniva 3968 | vuol 3969 2, 17| in uno solo fere circa XL. Vorresti e simile tu potere, 3970 2, 21| sincero e netto, rispose a un zembo e zoppo: «Ben dicesti ch' 3971 1, 11| vendesse a' suoi cittadini. E Zenone stoico, padre ed esplicatore 3972 1, 7| qualche uno punto da una zenzada con gran voce mostrare la 3973 2, 21| netto, rispose a un zembo e zoppo: «Ben dicesti ch'io veggo


34-basti | batta-decim | decli-figli | figur-iudic | iudiz-ostri | ottav-rasse | ratto-strac | strad-zoppo

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