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Ma non mi estenderò in
demostrarvi che 'l gaudio e lo sperare sono per sé all'animo perturbazione e
morbo non meno che si sia la paura e insieme el dolore. Altrove sarà da
disputarne. Basti avervi, quasi accennando, mostrato che per vivere vita quieta
e tranquilla, bisogna moderarci e frenarci in ogni nostra voluttà e successo
d'ogni nostra opinione ed espettazione. E se da qualche nostro o detto o fatto
inconsiderato e immoderato, o da qualche passata desidia e inerzia nostra ne
perturbiamo, siaci non ingrato quel pentimento per quale impariamo odiare e
fuggire ogni immodestia e intemperanza. E se, come dice Catullo poeta, a
ciascuno è attribuito el suo errore, ma niun vede quanto a lui sia magro el
dorso, giovici qualche volta avere errato dove indi ne riconosciamo fragili e
non più divini che gli altri mortali. E così indi a noi stia un certo
eccitamento e stimolo a meglio meritar di nostra industria e solerzia: Me
dolor et lacrimae, - dicea Properzio poeta, - merito fecere disertum.
E quanti, perché fastidirono suoi brutti costumi passati, divennero ornatissimi
di vita e virtù! Scrive Elio Sparziano istorico che Adriano principe, beffato
in Senato per una orazione quale e' pronunziò con troppa inezia, deliberò
emendarsi, e datosi con assiduità e diligenza agli studi divenne ottimo
oratore. E non senza ragione Peto Trasea, presso a Cornelio storico, dicea che
tutte le egregie leggi e onesti essempli quali sono infra e' buoni, nacquero
da' delitti e mancamenti de' non buoni. Adunque si vuole non solo come dicea
….., presso a Terenzio, dalla vita altrui emendare la sua, ma in prima dal
nostro proprio vivere e costumi si vuole di dì in dì prendere argumento e via a
miglior stato di mente e d'animo, e succedere emendandoci e godendo in ogni
nostro acquisto e accrescimento in virtù e laude.
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