-24-
Doppo a tanti suoi naufragi
Ulisses, tornato alle gente sue sconosciuto e mal vestito, vide la casa sua
fatta quasi come una taverna pubblica, piena di gente lasciva e immodesta qual
dissipava e consumava ogni sua domestica entrata. Addolorò, e deliberò
vendicarsi; ma intanto si contenne e seco disse: o cuore che altrove già tempo
obdurasti nei tuoi mali, sostieni. Fu chi diede a Ulisses un calcio, e Ulisses
quieto e muto, e per più dissimulare, simile a un gaglioffo porgendo la mano
pregò a uno a uno chiunche ivi era in sala; in qual sala forse più volte avea
ricevuto e onorato e' principi di Grecia. Ancora di nuovo percosso con uno
deschetto, e lui pur quieto e saldo, niuna parola, niuno atto, se non quasi
come fusse un sasso; nulla più che un poco mosse el capo. Vollono que' temerari
pacchiatori che facesse a' pugni con quello Irone, omo abiettissimo, qual volea
cacciar Ulisses di casa; e lui nulla ricusò, e pugnando non volle quel che e'
potea; ma per non impedire quello dove e' tendeva a maggior fatti, gli diede un
pugno de' suoi lieve. Ancora di nuovo Ethisippus gittò uno stinco di bue per
ferire Ulisses nel capo, e Ulisses, quieto, solo acclinò el capo. Oh pazienza
in uno uomo incredibile, fermezza inaudita e rarissima! Oh essemplo degno di
memoria fra e' mortali! In casa sua da gente insolentissima e perfino da'
gaglioffi mal ricevuto, svilito, percosso, ributtato, e lui né in parole né in
gesti mai scoprirsi. Tutte le ubriachezze degli altri sofferse, con tutti
dissimulò el suo sdegno, a tutti si diede giuoco e strazio, a ogni altrui
iniuria tacito e paziente, perché così bisognava al suo instituto. Lui solo:
quella brigata e molta e bestiale. Lui non atto per ancora a vendicarsi: coloro
presti e pronti a superchiarlo d'iniurie. Lui né discoprirsi sanza estremo suo pericolo
né partirsi sanza intollerabile tristezza e acerbità d'animo: loro e ivi lieti
e pieni di vino, e altrove molti e pertanto quasi insuperabili. Adunque
deliberò soffrire e dissimulando aspettare se il tempo o la stultizia di chi
l'offese aportasse occasione e luogo alcuno di rimeritarli e vendicarsi. Solo a
quella Melancum, fanticella di Penolopes, quale infestava Ulisses con parole
femminili e proterve, si rivolse col piglio grave e collo sguardo sì terribile
ch'ella impaurì. Prudentissimo Ulisses non volle quella molestia quale e' potea
deporre sanza interturbare suo incetto. Fece come amonia Plutarco, che non si
vuole ultro et sponte offerirsi alle molestie e maninconie non
bisognando. Ma dove così attagli, fie nostro officio non recusare occasione alcuna
per quale ne adopriamo in virtù. Così adunque fece Ulisses. Ultimo, quando fu
tempo, quella brigata inzuppata di vino, stracchi del ridere, lassi dalla
sazietà e pienezza; e Ulisses pronto e sobbrio coll'arco in mano prima tenta le
cocche, rivede la corda e ogni suo nervo, prepara e sé e sue saette a quel che
avvenne. Nulla volle preterire onde potesse per sua negligenza o precipitata
voglia di vendicarsi avvenire che e' forse meno si satisfacesse in tanta
impresa. Indi vedi con quanta virilità e' rende opera a chi da lui meritava
male.
|