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Leon Battista Alberti Profugiorum ab aerumna Libri III IntraText CT - Lettura del testo |
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E quale imperitissimo non conosce quanto possano e' tempi e ragion pubblice negli animi de' privati cittadini? Quinci avviene forse che tu truovi costumi perversissimi e modi di vivere pieni di fizione e falsità. Pènsavi tu se mai fusti in terra alcuna ove quanti vi siano uomini, tante vi siano trappole, quante vi s'usano parole, tante vi siano bugie e periuri. E conviensi fra simili uomini pendere col viver pubblico. E che la fortuna possa in noi mortali, o Niccola, che in noi mortali possa la fortuna, tu, o Battista, riconosci. Riconosci e' tempi nostri, quanti buoni vivono vita misera e non degna alle loro virtù. E contro, mira che monstri e quanto inauditi e incredibili crebbero nelle cose della fortuna; che dicea Iuvenale satiro poeta:
Si Fortuna volet, fies de rhetore consul; si volet haec eadern, fies de consule rhetor.
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