-15-
Bene adunque dicono che 'l sonno
è dolce dimenticatore d'ogni male. Allettatore ottimo del sonno pare pure a me,
il dirò, Niccola, el vino. Consiglio di Diomede: bei e mangia; poi dormendo ti
racconsolerai. Benché appresso del nostro comico, Cherea dica in le sue cure
amatorie: «Io in villa mi straccherò facendo qualche opera, tanto che lasso poi
dormirò». Omero trovò a questo nuovi rimedi, dove egli introduce quella Tetis
che suade al figliuolo suo adolorato cosa quale io non voglio dire, ché sapete
gli dice: «Figliuol mio, trastullati con qualche tenera fanciulla stanotte». E
altrove afferma el tuo gravissimo Omero che 'l coito introduce sonno dolcissimo
e innocuo. E' Greci chiamano le cure dell'animo acidos. Indi nominorono
Venere acidalia, ditta che lievi le cure dell'animo. Ma che diremo del vino?
Rammentati in quanti luoghi egli adoperi el vino a sollevare le triste gravezze
dell'animo. Iunone si lagnava non essere stata, quanto ella desiderava, accetta
a Iove, e Vulcano, pincerna degli dii, gli diede el vino col quale ella
dilavasse ogni tristezza. E Laodices, moglie di Elicanore, al figliuolo stracco
in fatti d'arme diede el vino dolce, e disse: «el bere restaura le forze e
rafferma l'animo». Scrive Iulio istorico che Massimino, uno de' successori a
Cesare moderatore dello imperio romano, quel che solea in un dì mangiare
quaranta libre di carne lui solo e bere una anfora di vino, e solea ricevere in
certe tazze el suo sudore quando e' s'affaticava, e spesso monstrava tre
sestari vasi pieni del suo sudore, - costui iudicato inimico della patria dal
Senato, essarse in tanta ira che percosse per furore el capo al parete e corse
per cavar l'occhio al figliuolo. Solo uno ottimo rimedio giovò a tanta sua
estuazione: inebbriossi. E quanto io, non ardisco a biasimare questo rimedio,
qual pur giova, benché a me e' non sia bello. Molte cose fatte piacciono quali
sono non belle mentre ch'elle si fanno.
|