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Leon Battista Alberti
Profugiorum ab aerumna Libri III

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  • LIBRO I.
      • -28-
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-28-

 

Sono alcuni da natura proclivi e addritti a qualche affetto d'animo non lodato. Cinna fu crudele, Silla fu concitato e veemente, Mario perseverò in sua iracundia. A simili bisogna nelle picciole e lieve cose avvezzarsi a quasi edificare in sé un'altra natura. Furono tra e' filosofi chi per ausarsi a non isdegnarsi se altri non li compiacea e conferiva quel che e' pregava, solea con molta instanza e con lunghe suasioni chiedere dalle statue più cose. E Crates filosofo irritava una e un'altra vilissima e procacissima trecca o meretrice a garrire seco; e questo facea per avvezzarsi a udire sanza stomaco e perturbazione parole villane e rissose contro a sé. Leggesi che ad Epaminunda, illustrissimo principe e lume di Grecia, fu dato una faccenda vilissima per dispettarlo, che provedesse a certe strade. Rise e lieto si die' a quanto gli fu imposto. Così tu simile godi ti sia dato materia in quale tu impari vincere te stessi. Le dure condizioni de' tempi sono materia ad informarci a virtù. Tigranes, nipote del re Archelou, perché più tempo visse stadico in Roma, dimenticò el fastu e superbia regia e divenne paziente quasi fino a essere servile. Udisti da chi t'odia un morso di parole. Vedesti quello insolente onteggiarti. Tu, delibera sofferirlo, almeno simular d'essere sofferente. E interverratti come fra gli amici, che servendo ad altri obbliga lui, contro, a pari servire sé. Così tu usandoti gratificare alla virtù, ella ti si darà pronta a mai abbandonarti; e interverracci che simulando diventerremo quali vorremo parere. Ottima simulazione sarà qui fare quello che fa chi non si perturba né si commuove. A Plutarco parea che con moderare la lingua si spenga l'ira; e in ogni vita sarà utilissimo el moderarla. Dicea Platone che gli dii rendeano in premio delle parole inconsiderate e lievi, pena gravissima. Scauro non volle che 'l servo dello inimico suo gli referissi e' malefici del patrone suo. Filippo re de' Macedoni, escluso la notte dalla moglie, tacque. M. Babio rimise salvi e liberi a Cleopatra que' duo militi Gabbiani che gli aveano ucciso el figliuolo. Così fa chi sia bene consigliato e ben offirmato e constante: modera e comprime quelle cose per donde s'accenda l'ira e le perturbazioni, e più gode e mostra non satisfarsi crucciato ove e potea saziarsi.




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