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Leon Battista Alberti Profugiorum ab aerumna Libri III IntraText CT - Lettura del testo |
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Per ora qui basti al nostro proposito constituire che la invidia in molti modi nuoce alle cose pubbliche e alle private: ed è un male occulto quale prima n'ha infetti e compresi che noi sentiamo le sue insidie. E nasce la invidia non tanto da quel che in altrui abbunda, quanto e da quel che in noi forse manca. E surge ancora l'invidia da quello che invero né qui manca né quivi abbunda, ma da quel che la nostra inetta opinione e immoderato appetito e libidine ne suade. E può la invidia questo ne' petti ancora di quelli che si stimano savi e prudenti, che e' si reputano iusti e pii dove e' sono pure invidi, iudicano indegno di tante fortune colui quale appare sordido e troppo astretto a porgere beneficio di sé e gratitudine; e credono el suo dolore essere iusto ove a sé manchi quel che ad altri superabunda; né misurano e' suoi commodi con quel che si richiede, né pesano le sue copie col bisogno, ma terminan queste cose non colla ragione ma sì con la volontà e collo intemperato appetito; e vogliono non quel che a bene e beato vivere loro manchi, ma sì quello che a loro pare, per qualsiasi o iusta o iniusta ragione, di volerlo; e sono queste cose volute le più volte tali che elle né gioverebbono loro avendole né nuocono non le avendo. |
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