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Leon Battista Alberti
Profugiorum ab aerumna Libri III

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  • LIBRO III.
      • -7-
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-7-

 

Appresso de' Litii, populi civilissimi, era una legge che chi pur volesse piangere si vestisse con veste di qualche femmina. Ma tu, se pure a que' gemiti virili forse v'aggiugni una e un'altra lacrima, e sfoghi qualche intimo sospiro, ponvi modo. Numa re de' Romani, omo religiosissimo e piissimo, vetò ch'e' morti si piangessero più mesi a numero che fussero gli anni quali que' morti erano stati in vita; né volse ch'e' fanciugli da anni tre in giù punto si piangessero. Il Senato di Roma, ricevuta la clade apud Cannas gravissima e da viverne tutta quella età adolorati, comandò si sedasse ogni lutto in Roma, né più si protraessero e' pianti loro che sino al trigesimo dì. Cesare dittatore el terzo dì impose fine a ogni lutto domestico e pubblico con qual si degnasse e onestasse le essequie della sua morta figliuola. Così e noi, quanto potremo subito, porremo fine a queste inutilissime inezie.




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