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Dante Alighieri
Rime

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  • RIME DUBBIE.
    • LXIX. Poi che sguardando il cor feriste in tanto.
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LXIX. Poi che sguardando il cor feriste in tanto.

 

         Poi che sguardando il cor feriste in tanto
Di grave colpo ch'io non batto vena,
Dio, per pietà, or deali alcuna lena,
Che 'l tristo spirto si rinvegna alquanto.

         Or non vedete consumar in pianto
Gli occhi dolenti per soperchia pena?
La qual sì stretto a la morte mi mena
Che già fuggir non posso in alcun canto.

         Vedete, donna, s'io porto dolore,
E la mia voce ch'è fatta sottile,
Chiamando a voi mercé sempre d'amore;

         e s'el v'aggrada, donna mia gentile,
Che questa doglia pur mi strugga 'l core,
Eccomi apparecchiato servo umile.

 




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