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Dante Alighieri
Rime

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  • RIME DUBBIE.
    • LXXVI. De gli occhi di quella gentil mia dama.
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LXXVI. De gli occhi di quella gentil mia dama.

 

         De gli occhi di quella gentil mia dama
Esce una vertù d'amorpina
Ch'ogni persona che la ve' s'inchina
A veder lei, e mai altro non brama.
Beltà e Cortesia sua dea la chiama,
E fanno ben, ché l'è cosa sì fina
Ch'ella non par umana, anti divina,
E sempre sempre monta la sua fama.

         Chi l'ama, come esser contento,
Guardando le vertù che 'n lei son tante;
E s' tu mi dici: «come 'l sai?», che 'l sento.
Ma se tu mi dimandi e dici: «quante?»,
Non ti so dire, ché non son pur cento,
Anti più d'infinite ed altrettante.

 




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