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Giovanni Pascoli Myricae IntraText CT - Lettura del testo |
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O mani d’oro, le cui tenui dita menano i tenui fili ad escir fiori dal bianco bisso, e sì, che la fiorita
o mani d’oro, che leggiere andando, rigasi il lin, miracolo a vederlo, qual seccia arata nell’autunno, quando
o mani d’oro, di cui l’opra alterna sommessamente suona senza posa, mentre vi mira bionde la lucerna
or m’apprestate quel che già chiedevo funebre panno, o tenui mani d’oro, però che i morti chiamano e ch’io devo esser con loro.
Ma non sia raso stridulo, non sia puro amïanto; sia di que’ sinceri teli, onde grevi a voi lasciò la pia
teli, a cui molte calcole sonare udì San Mauro e molte alate spole: un canto a tratti n’emergea di chiare,
teli, che a notte biancheggiar sul fieno vidi con occhio credulo d’incanti, ne’ prati al plenilunio sereno
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