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Giovanni Pascoli
Myricae

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  • 28. ALBERI E FIORI.
    • III. Nel parco (a Mario Racah).
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III. Nel parco (a Mario Racah).

 

Certo il signore, e la chiomata moglie,

partì pecampi, ché già il tordo zirla:

muto, tra un’ampia musica di foglie

(dolce sentirla

 

d’autunno, a tarda notte, se il libeccio

soffia con lunghi fremiti sonori),

muto è il palazzo. S’ode un cicaleccio

di tra gli allori ;

 

un cicaleccio donde acuti appelli

s’alzano come strilli di piviere:

il gatto è fuori: ruzzano i monelli

del giardiniere.

 

Torvo, aggrondato, il candido palazzo

formicolare a’ piedi suoi li mira;

e sì n’echeggia un cupo, a quel rombazzo,

battito d’ira;

 

ma non s’adira il giovinetto alloro,

il leccio, il pioppo tremulo ed il lento

salice: a prova corrono con loro;

cantano al vento.

 




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