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Giovanni Pascoli
Myricae

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  • 28. ALBERI E FIORI.
    • V. Pervinca.
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V. Pervinca.

 

So perché sempre ad un pensier di cielo

misterïoso il tuo pensier s’avvinca,

sì come stelo tu confondi a stelo,

vinca pervinca;

 

io ti coglieva sotto i vecchi tronchi

nella foresta d’un convento oscura,

o presso l’arche, tra vilucchi e bronchi,

lungo la mura.

 

Solo tra l’arche errava un cappuccino;

pareva spettro da quell’arche uscito

bianco la barba e gli occhi d’un turchino

vuoto, infinito;

 

come il tuo fiore: e io credea vedere

occhi di cielo, dallo sguardo fiso,

più  d’anacoreti, allo svoltar, tra nere

ombre, improvviso;

 

e il bosco alzava, al palpito del vento,

una confusa e morta salmodia,

mentre squillava, grave, dal convento

l’avemaria.

 




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