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Giovanni Pascoli Myricae IntraText CT - Lettura del testo |
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IV. Il maniero.Te sovente, o tra boschi arduo maniero, popolai di baroni e di vassalli, mentre i falchetti udia squittio su’ gialli merli e radendo il baluardo nero.
Pei vetri un lume trascorrea leggiero, e nitrivano fervidi i cavalli: a uno squillo che uscia giù dalle valli, apria le imposte il maggiordomo austero;
e nel fosso stridea la fragorosa saracinesca. Or tu, canto divino, sceso con l’ombre nel mio cuor cadenti,
dove sei? Di tramonti, ora, pensosa, là sur un torvo giogo d’Apennino qualch’elce nera lo ripete ai venti.
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