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Giovanni Pascoli Myricae IntraText CT - Lettura del testo |
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II. Sorella (A Maria).Io non so se più madre gli sia la mesta sorella o più figlia: ella dolce ella grave ella pia, corregge conforta consiglia.
A lui preme i capelli, l’abbraccia pensoso, gli dice, Che hai? a lui cela sul petto la faccia confusa, gli dice, Non sai?
Ella serba nel pallido viso, negli occhi che sfuggono intorno, ah! per quando egli parte il sorriso, le lagrime per il ritorno.
Per l’assente la madia che odora, serbò la vivanda più buona; e lo accoglie lo sguardo che ignora, col bacio che sa, ma perdona.
Ella cuce: nell’ombra romita non s’ode che l’ago e l’anello; ecco, l’ago fra le agili dita ripete, Stia caldo, sia bello!
Ella prega: un lungo alito d’ave- marie con un murmure lene... ella prega; ed un’eco soave ripete, Sia buono, stia bene!
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