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Giovanni Pascoli
Myricae

IntraText CT - Lettura del testo

  • 15. ELEGIE.
    • V. Agonia di madre.
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V. Agonia di madre.

 

Muore. Sfugge alla morta pupilla

già il bimbo che geme al suo piede:

ode un suono lontano di squilla:

son due . . . gli occhi, grave, apre: vede.

 

Uno piange, ma l’altro sorride

d’un bianco sorriso di cieco.

Ella guarda, ella pensa: lo vide

così: quando? e ha come l’eco

 

d’un gran pianto nel cuore, la traccia

di lagrime morte negli occhi.

Ah! ricordano un peso le braccia,

ricordano un peso i ginocchi,

 

grave. Due sono i bimbi: uno piange;

ma dorme il più piccolo ancora:

ella versa dal cuor che si frange,

le lagrime d’ora e d’allora.

 

- Dormi, o angelo - o angelo, déstati,

destati - mormora il cuore.

Tra la culla e una bara s’arresta

la mano sua, rigida. Muore.

 

Il suo primo, il suo morto è sparito

con lei che nell’ombra lo reca:

piange l’altro; ella n’ode il vagito

col bianco stupore di cieca.

 




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