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Giovanni Pascoli Myricae IntraText CT - Lettura del testo |
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19. GERMOGLIO. La scabra vite che il lichene ingromma come di gialla ruggine, germoglia: spuntar vidi una, lucida di gomma, piccola foglia.
Al sol che brilla in mezzo a gli umidicci solchi anche l’olmo screpolato muove: medita, il vecchio, rame, pei viticci nuovi, pur nuove:
cui tremolando cercano coi lenti viticci i tralci a foglie color rame, mentre su loro tremolano ai venti anche le rame.
Da qual profonda cavità m’ha scosso il canto dell’aereo cuculo? fiorisce a spiga per le prode il rosso pandicuculo?
È del fior d’uva questa ambra che sento o una lieve traccia di vïole? dove si vede il grappolo d’argento splendere al sole?
grappolo verde e pendulo, che invaia alle prime acque fumide d’agosto, quando il villano sente sopra l’aia piovere mosto:
mosto che cupo brontola e tra nere ombre sospira e canta San Martino, allor che singultando nel bicchiere sdrucciola vino;
vino che rosso avanti il focolare brilla, al fischiare della tramontana, che giunge come un fragoroso mare e s’allontana
simile a sogno: quando su le strade volano foglie cui persegue il cuore simili a sogno; quando tutto cade, stingesi, e muore.
Muore? Anche un sogno, che sognai! Germoglia la scabra vite che il lichene ingromma: spunta da un nodo una lanosa foglia molle di gomma.
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