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Giovanni Pascoli
Myricae

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  • 28. ALBERI E FIORI.
    • X. Il pesco. (a Adolfo Cipriani).
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X. Il pesco. (a Adolfo Cipriani).

 

Penso a Livorno, a un vecchio cimitero

di vecchi morti; ove a dormir con essi

niuno più scende; sempre chiuso; nero

d’alti cipressi.

 

Tra i loro tronchi che mai niuno vede,

di là dell’erto muro e delle porte

ch’hanno obliato i cardini, si crede

morta la Morte,

 

anch’essa. Eppure, in un bel dì d’Aprile,

sopra quel nero vidi, roseo, fresco,

vivo, dal muro sporgere un sottile

ramo di pesco.

 

Figlio d’ignoto nòcciolo, d’allora

sei tu cresciuto tra gli ignoti morti?

ed ora invidii i mandorli che indora

l’alba negli orti?

 

od i cipressi, gracile e selvaggio,

dimenticàti, col tuo riso allieti,

tu trovatello in un eremitaggio

d’anacoreti?

 




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