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Giovanni Pascoli
Canti di Castelvecchio

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    • 28. IL SONNELLINO.
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28. IL SONNELLINO.

 

Guardai, di tra l'ombra, già nera,

del sonno, smarrendo qualcosa

dentro: nell'aria non era

che un cirro di rosa.

E il cirro dal limpido azzurro

splendeva sui grigi castelli,

levando per tutto un sussurro

d'uccelli;

che sopra le tegole rosse

del tetto e su l'acque del rio

cantavano, e non che non fosse

silenzio ed oblìo:

cantavano come non sanno

cantare che i sogni nel cuore,

che cantano forte e non fanno

rumore.


E io mi rivolsi nel blando

mio sonno, in un sonno di rosa,

cercando cercando cercando

quel vecchio qualcosa;

e forse lo vidi e lo presi,

guidato da un canto d'uccelli,

non so per che ignoti paesi

più belli...

che pure ravviso, e mi volgo,

più belli, a guardarli più buono...

Ma tutto mi toglie la folgore...

O subito tuono!

ch'hai fatto succedere a un'alba

piaciuta tra il sonno, passata

nel sonno, una stridula e scialba

giornata!

 





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