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Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio IntraText CT - Lettura del testo |
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15. LA VOCE.
che avverto nel punto che muore; col tremito del batticuore: per dir tante cose e poi tante, ma piena ha la bocca di terra: tante tante cose che vuole ch'io sappia, ricordi, sì... sì... ma di tante tante parole non sento che un soffio... Zvanî... Quando avevo tanto bisogno di pane e di compassione, svegliandomi al primo boccone; dritto e solo (passava in fretta l'acqua brontolando, Si beve?); dritto e solo, con un gran pianto d'avere a finire così, mi sentii d'un tratto daccanto quel soffio di voce... Zvanî... - No... no... Di' le devozioni! Non far piangere piangere piangere (ancora!) chi tanto soffrì! il tuo pane, prega il tuo angelo (nel carcere!), che all'improvviso tu, se non t'avessero ucciso, ora, o babbo! - che il mio pensiero, e che agli uomini, la mia vita, volevo lasciargliela lì... che disse in un soffio... Zvanî... non lascia discorrere, poi! - Piuttosto di' un requie per noi! Non possiamo nel camposanto ché sentiamo struggersi in pianto per loro, lasciarla vuoi qui? qui, mio figlio? dove non vedi chi uccise tuo padre... Zvanî?... - col tremito del batticuore: per dir tante cose e poi tante; ma piena di terra ha la bocca: la tua bocca! con i tuoi baci, che aveva i tuoi baci... Zvanî!... che m'addormentavano gravi che ti lessi negli occhi, ch'erano Ed allora, quasi un comando, no, quasi un compianto, t'uscì la parola che a quando a quando mi dici anche adesso... Zvanî...
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