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Giovanni Pascoli
Canti di Castelvecchio

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  • RITORNO A SAN MAURO.
    • 62. LA TESSITRICE.
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62. LA TESSITRICE.

 

Mi son seduto su la panchetta

come una volta... quanti anni fa?

Ella, come una volta, s'è stretta

su la panchetta.

E non il suono d'una parola;

solo un sorriso tutto pietà.

La bianca mano lascia la spola.

Piango, e le dico: Come ho potuto,

dolce mio bene, partir da te?

Piange, e mi dice d'un cenno muto:

Come hai potuto?

Con un sospiro quindi la cassa

tira del muto pettine a sé.

Muta la spola passa e ripassa.

Piango, e le chiedo: Perché non suona

dunque l'arguto pettine più?

Ella mi fissa timida e buona:

Perché non suona?

E piange, e piange - Mio dolce amore,

non t'hanno detto? non lo sai tu?

Io non son viva che nel tuo cuore.

Morta! Sì, morta! Se tesso, tesso

per te soltanto; come, non so;

in questa tela, sotto il cipresso,

accanto alfine ti dormirò. -

 




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