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Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio IntraText CT - Lettura del testo |
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V.Bologna, 20 novembre.
Il ponte sull'Aposa.Aposa trista! Il povero al tuo ponte sosta, e non altri. Siede sul sedile, né guarda: non a valle non a monte: non alle torri lunghe e sdutte, che oggi sfumano in grigio, non a quelle file d'alti cipressi tra i castagni roggi: ascolta, a capo chino, ad occhi bassi, te che laggiù brontoli cupa, e passi. A te vengono gli uomini infelici, Aposa trista! E nella solitaria notte a qualcuno tristi cose dici. T'ascolta a lungo. E poi, quando una foglia secca di platano, a un brivido d'aria, sembra un fruscìo di gonna su la soglia: ecco, quell'uomo non è più: dirupa... tu passi, e dopo un po' brontoli cupa. Aposa trista! E l'Aposa risponde: - Vien l'usignolo, a marzo, tra le acace! Al gorgoglìo delle mie picciole onde sta prima attento, a lungo impara, e tace. Ma poi di canto m'empie le due sponde; e il canto suo già mio singulto fu. Canta al suo nido, al nido suo di fronde, di quelle fronde che cadono giù... -
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