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Giovanni Pascoli
Poemi del Risorgimento

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  • Inno a Torino.
      • III.
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III.

 

Itale vergini, Alpi dal bel velo

bianco, tendenti all'alto, che la veste

lasciate lungi dagli sguardi impuri,

la veste, sì, di prati e di foreste

cader lasciate, ma soltanto in cielo:

 

di quali voci allora e qual concento

empian le Madri i neri boschi cupi!

quali lontani portentosi auguri

gemean negli antri, o dritte sulle rupi

gridavan alto tra la neve e il vento!

 

- Un re verrà (fermo è nel fato e fisso)

dalla sventura. Caccerà camosci

per l'Alpi sue. Sempre nel cuore il fischio

avrà dei venti, sempre avrà gli scrosci

delle valanghe e l'anelante abisso.

 

Il re vedrà, tra nubi grigie e meste,

un segno bianco e snuderà la spada.

Il re porrà tutto sé stesso al rischio

per liberare tutta la contrada,

alzando al cielo il suo segno celeste.

 

Il re trarrà dalle grandi Alpi al piano

di nuovo il Toro; dal suo doppio fiume,

lungo la terra della stella, al mare;

a riveder la prima Italia al lume

del pino acceso dal suo gran vulcano.

 

Questi, quel Donno, il Regolo fatale.

Gl'Itali udrà gridare di dolore.

Gl'Itali lo vedranno cavalcare

con l'asta lunga. O Roma, egli, vittore,

dell'elmo ferreo t'armerà, che ha l'ale. -

 

Così le madri predicean nel santo

orror dei boschi, ed ora al sacro fonte

sotterra dell'Eridano. E, pur bassa

fosse la voce, trascorrea dal monte

Vesulo sino al mare Adriaco il canto.

 

Via via le ripe faceano eco; e in doppi

lunghi filari le sorelle fise

a rimirar l'acqua ch'eterna passa,

tutte, in udir, crollavano improvvise

le loro chiome tremule di pioppi.

 

Abbrividiano come per un blando

soffio di venti. Un dolce suono usciva

dalle lor foglie ov'era un usignolo.

Così lunghesso la lunata riva

parcano andare in compagnia, cantando.

 

Faceano un solo inno d'amore i puri

virginei canti. E tu, come una nave

bianca dall'acqua fluttuando a volo,

cantavi ancor più forte e più soave

le morti, o cigno, degli eroi futuri.

 

Gli eroi nel bosco del perenne alloro

erano insieme assisi al sacro fonte

dell'Eridano, e tutti, redimita

già delle vitte candide la fronte,

diceano l'inno della gloria in coro.

 

Anime pure, anime senza sangue

erano ancora, ancor sul limitare;

che alfin trovato il lume della vita,

alla lor Patria dar la vita, dare

tutto voleano alla lor Patria il sangue.

 




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