III.
Itale
vergini, Alpi dal bel velo
bianco,
tendenti all'alto, che la veste
lasciate
lungi dagli sguardi impuri,
la
veste, sì, di prati e di foreste
cader
lasciate, ma soltanto in cielo:
di
quali voci allora e qual concento
empian
le Madri i neri boschi cupi!
quali
lontani portentosi auguri
gemean
negli antri, o dritte sulle rupi
gridavan
alto tra la neve e il vento!
- Un
re verrà (fermo è nel fato e fisso)
dalla
sventura. Caccerà camosci
per
l'Alpi sue. Sempre nel cuore il fischio
avrà
dei venti, sempre avrà gli scrosci
delle
valanghe e l'anelante abisso.
Il
re vedrà, tra nubi grigie e meste,
un
segno bianco e snuderà la spada.
Il
re porrà tutto sé stesso al rischio
per
liberare tutta la contrada,
alzando
al cielo il suo segno celeste.
Il
re trarrà dalle grandi Alpi al piano
di
nuovo il Toro; dal suo doppio fiume,
lungo
la terra della stella, al mare;
a
riveder la prima Italia al lume
del
pino acceso dal suo gran vulcano.
Questi,
quel Donno, il Regolo fatale.
Gl'Itali
udrà gridare di dolore.
Gl'Itali
lo vedranno cavalcare
con
l'asta lunga. O Roma, egli, vittore,
dell'elmo
ferreo t'armerà, che ha l'ale. -
Così
le madri predicean nel santo
orror
dei boschi, ed ora al sacro fonte
sotterra
dell'Eridano. E, pur bassa
fosse
la voce, trascorrea dal monte
Vesulo
sino al mare Adriaco il canto.
Via
via le ripe faceano eco; e in doppi
lunghi
filari le sorelle fise
a
rimirar l'acqua ch'eterna passa,
tutte,
in udir, crollavano improvvise
le
loro chiome tremule di pioppi.
Abbrividiano
come per un blando
soffio
di venti. Un dolce suono usciva
dalle
lor foglie ov'era un usignolo.
Così
lunghesso la lunata riva
parcano
andare in compagnia, cantando.
Faceano
un solo inno d'amore i puri
virginei
canti. E tu, come una nave
bianca
dall'acqua fluttuando a volo,
cantavi
ancor più forte e più soave
le
morti, o cigno, degli eroi futuri.
Gli eroi
nel bosco del perenne alloro
erano
insieme assisi al sacro fonte
dell'Eridano,
e tutti, redimita
già
delle vitte candide la fronte,
diceano
l'inno della gloria in coro.
Anime
pure, anime senza sangue
erano
ancora, ancor sul limitare;
che
alfin trovato il lume della vita,
alla
lor Patria dar la vita, dare
tutto
voleano alla lor Patria il sangue.
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