Accampamento
fatto a piè del monte
già
dal grifagno Cesare ai futuri
figli
d'Italia, o tempio dei vessilli,
o
ara donde il Console gli augùri
prendeva,
augusti, col nemico a fronte!
Per
guerre, qui di secoli lontani,
erano
poste le aquile dell'oro;
qui
ripetea la bùccina i suoi squilli
brevi,
che un coro ricevea canoro
di
trombe e il busso dei timpani vani.
Qui
sempre il suolo trito di stridenti
plaustri,
qui di concordi ferree péste.
Erano
le coorti e le legioni.
Qui
si guardava la purpurea veste
da
dar, sull'alba della pugna, ai venti.
Qui
sempre avvenne di mirar le squadre
dei
fluttuanti veliti e il tumulto
delle
torme dai quadruplici tuoni;
qui
sempre alcun triario, come sculto,
star
tra' novelli: - Narra dunque, o padre! -
Perché
accampato in questo accampamento
era
un ultimo esercito romano.
La
sua milizia era infinita e dura.
Esso
tra il monte s'attendava e il piano,
fedele
ad un antico giuramento.
Scórsero
gli anni e i secoli. Ed armato
esso
aspettava di ritornar, quando
fosse
chiamato, sotto quelle mura.
Aspettò
qui per secoli, il comando;
ma
Roma ve l'avea dimenticato.
Bianchi
frattanto, sotto il muschio e i pruni,
marmi
e colonne e lapidi, grandi orme
della
gran madre, archi e sepolcri infranti,
vedeano
intorno, e dure austere forme,
stele
di primipili e di tribuni.
Vedean
già rotti ancor salire al monte
archi
che l'acque conduceano al basso.
Parean
lontane file di giganti,
d'ardui
giganti, i quali passo passo
salìan
con l'urne, un dopo l'altro, al fonte.
E
custodìano, nel domar la rude
terra,
l'antica arte e l'antico onore
dei
forti aratri e delle industri falci.
Ondeggia
il campo di frumento in fiore,
di
verdi steli ondeggia la palude!
Verdi,
i bei campi, verdi, le canore
acque,
ma più sorridono i giocondi
clivi
con l'ampio serpeggiar dei tralci,
donde
i purpurei calici ed i biondi,
che
dànno gioia o dànno forza al cuore.
L'un
vino, austero per gli austeri, ed abbia
lode
dai forti. L'altro poi s'effonde
aureo
nell'ampio calice iridato
col
tremolante mormorio dell'onde
cui,
vasta, succhia, nel tornar, la sabbia.
Ma
l'uno e l'altro, è bello, tra i nepoti
e i
dolci amici, nella patria terra,
bere
in convito parco, ove l'armato
deposte
l'armi narri della guerra
e
sciolga, salvo e di sé pago, i voti.
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