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Giovanni Pascoli Poemi del Risorgimento IntraText CT - Lettura del testo |
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IV.Il gran maestro con la scure il tronco batte tre volte. Grave parla, e dice: «Udite, o nati da fratelli. All'uscio d'una baracca uno picchiò notturno. Era smarrito tra la notte e il nembo, nella foresta. Vide il fuoco in una radura, acceso. Vide le tre luci nella capanna. Entrò. Giovane e bello era, coi segni del dolore in fronte. Era un'errante zingara sua madre. Per lunghe strade lo traea fanciullo meditabondo. Sempre gli occhi al cielo teneva, fissi, per vedere un astro, che non sorgeva. E nel suo cuore il sangue del Conte Verde era e del Conte Rosso. Re, per destino, egli sarà dei monti; ma noi l'ungemmo re della foresta. Contro lui geme ed ulula il lupatto dell'Apennino, e l'aquila a due rostri lo spia dall'alto senza muover l'ale, tacita, intenta. Ma il re nostro un giorno trarrà la spada, leverà lo scudo, ché Dio lo vuole, con la bianca croce, mettendo in fuga tutti i lupi e i gufi, allor che la grande aquila ferita. trasvolerà, rauca strillando, l'Alpi.»
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