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Giovanni Pascoli Poemi del Risorgimento IntraText CT - Lettura del testo |
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IL GRANDE SEPOLCRO.
E fu silenzio dentro le muraglie sacre, e il pomerio grande ora cingeva grande un sepolcro. E il sole che la vide tacita, a poco a poco calò, lento sfiorando con un alito di luce le cupole e i lunghissimi obelischi; e poi nel trarre fuori il dì, tentando invano di svegliarla dal gran sonno, stupiva di vederla altra e la stessa. Suono non v'era se non d'improvviso crollo di muro o il tonfo di finestre, cui si provava di serrare il vento. Talvolta andando e riandando i corvi, gracchianti, a stormo, quel letargo strano scotean, nell'ira, d'uomini e di cose. E molti discendean dall'Aventino foschi avvoltoi, che ripetean l'augurio natale, in alto, sulla città morta. E poi notturna i cuccioli la volpe guidava, e le basiliche del Foro cauta girava e le colonne antiche. E dopo i lunghi secoli le lupe del tempo primo vennero, cercando gli antri per l'alte sedi imperïali. Parean, destati dal lor sonno i templi, aperti stare, stare ed aspettare i sacerdoti immemori. Giaceva, abbandonata per i sette monti, Roma. E le acquate assidue la battono e le raffiche rapide del vento, e la fiammante folgore del cielo ormai fa divampare il rogo.
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