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Giovanni Pascoli Poemi del Risorgimento IntraText CT - Lettura del testo |
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IL PRIMO COLLE E I PRIMI PASTORI.
Certo è che vive in questa terra occulto qualche portento, e sì, nel monte, dove Roma quadrata germinò dal solco. Pastori un tempo (luce ed ombra incerte vi si spargean sotto la falce d'oro) erano là coi rastri. Era la gloria vanita già di Roma, era d'Apollo sparito il tempio. Tutto il sacro colle tenean le infrante vecchie pietre ingombro. Cespi d'acanto, nuove polle uscenti da qualche ceppa d'albero che appena sapea sé stesso, s'opponeano al piede. Giacean rottami candidi di marmo tra i rovi e i pruni, e sorrideano al suolo i capitelli ai cardi ispidi e duri. Muri con archi, cui copriva il musco, pendean crollanti, si scoteano al vento ad ogni crepa le parïetarie come ciarpame pendulo a finestre d'un abituro. Qua le acquate al tutto finìan gli dei dipinti nella calce, qua le ventate stridule uno straccio sempre rapìan da tende non più fisse. Scabbia di pietre, lue di sassi verdi per tutto, ed archi che teneano ancora sol per l'abbraccio d'edere contorte. Credean gl'ignari di veder spelonche di giganti che dopo un'ardua rissa con massi enormi, ora, cocendo l'ira, lontani e soli errassero sui monti.
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