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Giovanni Pascoli
Poemi del Risorgimento

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  • A Taganrok.
    • IL CREDENTE.
      • III.
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III.

 

Quegli guardò la fulva giuba, e disse:

«È sorto un uomo, un messo da Dio venne.

 

O tu dal bosco, prendi la bipenne!

Lascia annerire il tuo carbon sotterra.

 

Lascia la zappa, e il grande albero atterra,

lascia la pala, e taglia doga e trave.

 

Esci dalla foresta e fa la nave

per questa Italia e per la sua fortuna:

 

giovine Italia, grande, libera, una.

Tu lascia squadre e marre: ecco la spada.

 

Il caval nero pasce erba e rugiada

nel cimitero, il lenzuol morto indosso.

 

Móntavi ancora su, monaco rosso!

Galoppa ancora, cavalier templare!

 

In questa Terra Santa fa volare

sul saio rosso il gran bianco mantello!

 

Popolo, avanti! teco è Dio!» - Fratello! -

Il giovin fulvo si lanciò, s'apprese

 

alla sua mano, l'abbracciò, gli chiese:

- Chi è? - Tu? - Garibaldi. - Egli, Mazzini.

 


 




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