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Giovanni Pascoli Poemi conviviali IntraText CT - Lettura del testo |
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X. La conchiglia.Il malvestito non volgeva il capo dal mare alterno, ed al ricurvo orecchio teneva un'aspra tortile conchiglia, come ascoltasse. Or all'Eroe rispose: so la tua casa. Ma non io pitocco querulo sono, poi che fui canoro eroe, maestro io solo a me. Trovai sparsi nel cuore gl'infiniti canti. A te cantai, divo Odisseo, da quando pieno di morti fu l'umbratile atrio, simili a pesci quali il pescatore lasciò morire luccicando al sole. E vedo ancor le schiave moriture terger con acqua e con porose spugne il sangue, e molto era il singulto e il grido. A te cantavo, e tu bevendo il vino cheto ascoltavi. E poi t'increbbe il detto minor del fatto. Ascolto or io l'aedo, solo, in silenzio. Ché gittai la cetra, io. La raccolse con la mano esperta solo di scotte un marinaio, un vecchio dagli occhi rossi. Or chi la tocca? Il vento. Or all'Aedo il vecchio Eroe rispose: Terpiade Femio, e me vecchiezza offese e te: ché tolse ad ambedue piacere ciò che già piacque. Ma non mai che nuova non mi paresse la canzon più nuova di Femio, o Femio; più nuova e più bella: m'erano vecchie d'Odisseo le gesta. Sonno è la vita quando è già vissuta: sonno; ché ciò che non è tutto, è nulla. Io, desto alfine nella patria terra, ero com'uomo che nella novella alba sognò, né sa qual sogno, e pensa che molto è dolce a ripensar qual era. Or io mi voglio rituffar nel sonno, s'io trovi in fondo dell'oblio quel sogno. Tu verrai meco. Ma mi narra il vero: qual canto ascolti, di qual dolce aedo? Ch'io non so, nella scabra isola, che altri abbia nel cuore inseminati i canti. E il vecchio Aedo al vecchio Eroe rispose: Questo, di questo. Un nicchio vile, un lungo tortile nicchio, aspro di fuori, azzurro di dentro, e puro, non, Eroe, più grande del nostro orecchio; e tutto ha dentro il mare, con le burrasche e le ritrose calme, coi venti acuti e il ciangottìo dell'acque. Una conchiglia, breve, perché l'oda il breve orecchio, ma che il tutto v'oda; tale è l'Aedo. Pure a te non piacque. Con un sorriso il vecchio Eroe rispose: Terpiade Femio, assai più grande è il mare!
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