E il
vecchio Aedo e il vecchio Eroe movendo
seguian
la spiaggia del sonante mare,
molto
pensando, e là, sul curvo lido,
piccola
e nera, apparve lor la nave.
Vedean
la poppa, e n'era lunga l'ombra
sopra
la sabbia; né molt'alto il sole.
E sopra
lei bianchi tra mare e cielo
galleggiavano
striduli gabbiani.
E
vide l'occhio dell'Eroe che fresca
era
la pece: e vide che le pietre
giaceano
in parte, ché placato il vento
già
non faceva più brandir la nave;
e
vide in giro dagli scalmi acuti
pender
gli stroppi di bovino cuoio;
e
vide dal righino alto di poppa
sporger
le pale di ben fatti remi.
Gli
rise il cuore, poi che pronta al corso
era
la nave; e le moveva intorno,
come
al carro di guerra agile auriga
prima
di addurre i due cavalli al giogo.
E
venuto alla prua rossa di minio,
sopra
la sabbia vide assisi in cerchio
i
suoi compagni tutti volti al mare
tacitamente;
e si godeano il sole,
e la
primaverile brezza arguta
s'udian
fischiare nelle bianche barbe.
Sedean
come per uso i longiremi
vecchi
compagni d'Odisseo sul lido,
e da
dieci anni lo attendean sul mare
col
tempo bello e con la nuova aurora.
E
veduta la rondine, le donne
recavano
alla nave alte sul capo
l'anfore
piene di fiammante vino
e
pieni d'orzo triturato gli otri.
E
prima che la nuova alba spargesse
le
rose in cielo, essi veniano al mare,
i
longiremi d'Odisseo compagni,
reggendo
sopra il forte omero i remi,
ognuno
il suo. Poi su la rena assisi
stavano,
sotto la purpurea prora,
con
gli occhi rossi a numerar le ondate,
ad
ascoltarsi il vento nelle barbe,
ad
ascoltare striduli gabbiani,
cantare
in mare marinai lontani.
Poi
quando il sole si tuffava e quando
sopra
venia l'oscurità, ciascuno
prendeva
il remo, ed alle sparse case
tornavan
muti per le strade ombrate.
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