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Giovanni Pascoli Poemi conviviali IntraText CT - Lettura del testo |
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XIX. Il ciclope.Ecco: ai compagni disse di restare presso la nave e di guardar la nave. Ed egli all'antro già movea, soletto, per lui vedere non veduto, quando parasse i greggi sufolando al monte. Ora all'Eroe parlava Iro il pitocco: Ben verrei reco per veder quell'uomo che tanto mangia, e portar via, se posso, di sui cannicci, già scolati i caci, e qualche agnello dai gremiti stabbi. Poi ch'Iro ha fame. E s'ei dentro ci fosse, il gran Ciclope, sai ch'Iro è veloce ben che non forte; è come Iri del cielo che va sul vento con il piè di vento. L'Eroe sorrise, e insieme i due movendo, il pitocco e l'Eroe, giunsero all'antro. Dentro e' non era. Egli pasceva al monte i pingui greggi. E i due meravigliando vedean graticci pieni di formaggi, e gremiti d'agnelli e di capretti gli stabbi, e separati erano, ognuni ne' loro, i primaticci, i mezzanelli e i serotini. E d'uno dei recinti ecco che uscì, con alla poppa il bimbo, un'altocinta femmina, che disse: Ospiti, gioia sia con voi. Chi siete? donde venuti? a cambiar qui, qual merce? Ma l'uomo è fuori, con la greggia, al monte; tra poco torna, ché già brucia il sole. Ma pur mangiate, se il tardar v'è noia. Sorrise ad Iro il vecchio Eroe: poi disse: Ospite donna, e pur con te sia gioia. Ma dunque l'uomo a venerare apprese gli dei beati, ed ora sa la legge, benché tuttora abiti le spelonche, come i suoi pari, per lo scabro monte? E l'altocinta femmina rispose: Ospite, ognuno alla sua casa è legge, e della moglie e de' suoi nati è re. Ma noi non deprediamo altri: ben altri, ch'errano in vano su le nere navi, come ladroni, a noi pecore o capre hanno predate. Altrui portando il male rischian essi la vita. Ma voi siete vecchi, e cercate un dono qui, non prede. Verso Iro il vecchio anche ammiccò: poi disse: Ospite donna, ben di lui conosco quale sia l'ospitale ultimo dono. Ed ecco un grande tremulo belato s'udì venire, e un suono di zampogna, e ne' lor chiusi si levò più forte il vagir degli agnelli e dei capretti. Ch'egli veniva, e con fragore immenso depose un grande carico di selva fuori dell'antro: e ne rintronò l'antro. E Iro in fondo s'appiattò tremando.
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