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Giovanni Pascoli
Poemi conviviali

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  • L'ULTIMO VIAGGIO.
    • XXIV. Calypso.
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XXIV. Calypso.

 

E il mare azzurro che l'amò, più oltre

spinse Odisseo, per nove giorni e notti,

e lo sospinse all'isola lontana,

alla spelonca, cui fioriva all'orlo

carica d'uve la pampinea vite.

E fosca intorno le crescea la selva

d'ontani e d'odoriferi cipressi;

e falchi e gufi e garrule cornacchie

v'aveano il nido. E non dei vivi alcuno,

diouomo, vi poneva il piede.

Or tra le foglie della selva i falchi

battean le rumorose ale, e dai buchi

soffiavano, dei vecchi alberi, i gufi,

e dai rami le garrule cornacchie

garrian di cosa che avvenia nel mare.

Ed ella che tessea dentro cantando,

presso la vampa d'olezzante cedro,

stupì, frastuono udendo nella selva,

e in cuore disse: Ahimè, ch'udii la voce

delle cornacchie e il rifiatar dei gufi!

E tra le dense foglie aliano i falchi.

Non forse hanno veduto a fior dell'onda

un qualche dio, che come un grande smergo

viene sui gorghi sterili del mare?

O muove già senz'orma come il vento,

sui prati molli di viola e d'appio?

Ma mi sia lungi dall'orecchio il detto!

In odio hanno gli dei la solitaria

Nasconditrice. E ben lo so, da quando

l'uomo che amavo, rimandai sul mare

al suo dolore. O che vedete, o gufi

dagli occhi tondi, e garrule cornacchie?

Ed ecco usciva con la spola in mano,

d'oro, e guardò. Giaceva in terra, fuori

del mare, al piè della spelonca, un uomo,

sommosso ancor dall'ultima onda: e il bianco

capo accennava di saper quell'antro,

tremando un poco; e sopra l'uomo un tralcio

pendea con lunghi grappoli dell'uve.

Era Odisseo: lo riportava il mare

alla sua dea: lo riportava morto

alla Nasconditrice solitaria,

all'isola deserta che frondeggia

nell'ombelico dell'eterno mare.

Nudo tornava chi rigò di pianto

le vesti eterne che la dea gli dava;

bianco e tremante nella morte ancora,

chi l'immortale gioventù non volle.

Ed ella avvolse l'uomo nella nube

dei suoi capelli; ed ululò sul flutto

sterile, dove non l'udia nessuno:

- Non esser mai! non esser mai! più nulla,

ma meno morte, che non esser più! -

 


 

 




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