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Giovanni Pascoli Poemi conviviali IntraText CT - Lettura del testo |
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II. In occidente.I.Grande, lungo le molte acque, al sussurro del fiume eterno, sopra i sette monti, bianca di marmo in mezzo al cielo azzurro,
Roma dormiva. Agli archi quadrifronti battea la luna; e il Tevere sonoro fiorìa di spuma percotendo ai ponti.
Alto fulgeva col suo tetto d'oro il Capitolio: ma la notte mesta adombrava la Via Sacra del Foro.
Nell'ombra un lume: il fuoco era di Vesta, che tralucea. Nel tempio le Vestali dormian ravvolte nella lor pretesta.
Era la notte dopo i Saturnali. Nelle celle de' templi, sui lor troni, taceano i numi, soli ed immortali.
Intorno alla Dea Madre i suoi leoni giacean nel sonno. Gli ebbri Coribanti dormian con nell'orecchio ululi e tuoni.
Rosso di sangue uno giaceva avanti la Dea. Dischiuso il tempio era di Giano. Esso attendeva, coi serrami infranti,
l'aquile che predavano lontano.
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