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Giovanni Pascoli Poemi conviviali IntraText CT - Lettura del testo |
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II.Roma dormiva, ebbra di sangue. I ludi eran finiti. In sogno le matrone
Ne' triclini ai dormenti le corone eran cadute, e s'imbevean le rose nel sangue che fluì dal mirmillone.
Dormivan su le umane ossa già rose, le belve in fondo degli anfiteatri; e gli schiavi tornati erano cose.
Dopo la breve libertà, negli atrï giacean gli ostiari alla catena, quali cani la cui leggera anima latri.
Era la notte dopo i Saturnali; ed ogni schiavo dalla tarda sera dormiva, udendo ventilar grandi ali,
e gracidare. Erano cigni a schiera sul patrio fiume... No: su l'Esquilino erano corvi in una nube nera...
Ei tesseva e stesseva il suo destino: vedea sua madre; poi sentia la voce del banditore: apriva al suo bambino
le braccia, e le sentia fitte alla croce.
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