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Giovanni Pascoli Poemi conviviali IntraText CT - Lettura del testo |
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III.Così le glorie degli eroi consunti dal rogo, e sé con lor cantava Achille, desto sol esso degli Achei chiomanti: ecco, avanti gli stette uno, canuto, simile in vista a vecchio dio ramingo. E gli fu presso e gli baciò le mani terribili. Sbalzò attonito Achille su, dal suo seggio, e il morto lion rosso gli raspò con le curve unghie i garretti. E gli volgeva le parole alate: Vecchio, chi sei? donde venuto? Sembri, sì, nell'aspetto Primo re, ma regio non è il mantello che ti para il vento. Chi ti fu guida nella notte oscura? Parla, e per filo il tutto narra, o vecchio. E gli parlava rispondendo il vecchio: No, non ti sono io re, splendido Achille; un dio felice non mi fu l'auriga: io da me venni. Tutti, anche i custodi dormono presso il crepitar dei fuochi. Tu solo vegli; e non udii, venendo, ch'esili stridi dagli eroi sopiti, e che un sommesso brulichio dai morti. E nella sacra notte a me fu guida un suono, il suono d'una cetra, Achille.
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