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Giovanni Pascoli
Poemi conviviali

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  • LE MEMNONIDI.
      • II.
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II.

 

Io sì t'amava, e ti ricordo, molle

della mia guazza la criniera fulva,

nella lontana Ftia ricca di zolle:

 

nei boschi, invasi dall'odor di lauro,

del Pelio: lungo lo Sperchèo, tra l'ulva

pesta dall'ugne del tuo gran Centauro.

 

Io ti mostrava su l'alte nevi

i foschi lupi che notturni a zonzo

fiutaron l'antro dove tu giacevi:

 

e tu gettavi contro loro incauto

la voce ch'ora squilla come bronzo,

allor sonava come lidio flauto.

 

Io ti vedeva predatore impube

correre a piedi, immerso nella tua

anima azzurra come in una nube;

 

io, rosseggiando, e con la bianca falce

la luna smorta, vedevam laggiù

correre un uomo dietro una grande alce.

 

 




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