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Giovanni Pascoli
Poemi conviviali

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  • LE MEMNONIDI.
      • III.
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III.

 

E meco c'era Memnone, che un urlo

dal ciel mandava ai piedi tuoi veloci.

Tu li credevi di laggiù le voci

forse della palustre oca o del chiurlo.

 

Perché t'amava anch'esso, il tuo fratello

crepuscolare, che poi te protervo

seduto sopra il boccheggiante cervo,

circondava de' suoi strilli d'uccello.

 

Or egli è pietra, e ben che nera pietra,

il figlio dell'Aurora ha le sue pene,

ché quando io sorgo, e piango, ei dalle verte

rivibra un pianto come suon di cetra...

 

forse sospesa a un ramo, quale io credo

d'udite ancora, qui tra i pini e i cedri,

che al primo sbuffo de' miei due polledri

vibrò chiamando il suo perduto aedo.

 

 




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