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Giovanni Pascoli
Poemi conviviali

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  • LE MEMNONIDI.
      • V.
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V.

 

Ei piange, e vede la mia mano ch'apre

rosea, di monte in monte, uscì e cancelli;

apre, toccando lieve i chiavistelli,

alle belanti pecore, alle capre;

 

anche al fanciullo che la verga toglie,

curva, e si lima i cari occhi col dosso

dell'altra mano: anche al villano scosso

di mezzo ai sogni dall'industre moglie;

 

anche all'auriga che i cavalli aggioga

al carro asperso ancor del sangue d'ieri,

mentre l'eroe, già stretti gli stinieri,

prende lo scudo per l'argentea soga:

 

scudo rotondo, di lucente elettro,

grande, con le città, con le capanne,

e greggi e mandre, e corbe d'uva e manne

di spighe, e un re pei solchi, con lo scettro.

 

 




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