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Giovanni Pascoli Poemi conviviali IntraText CT - Lettura del testo |
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I VECCHI DI CEO.
I. I due atleti.Nella rocciosa Euxantide, sul monte tra la splendida Iulide e l'antica sacra Carthaia, cauto errava in cerca non so se d'erbe contro un male insonne o di fiori per florido banchetto, Panthide atleta: atleta già, ma ora medico, di salubri erbe ministro. E coglieva, più certo, erbe salubri, ché il capo bianco non chiedea più fiori. Partito già da Iulide pietrosa era su l'alba. Or l'affocava il sole; sì che saliva al vertice del monte folto di quercie nel cui mezzo è l'ara del Dio che manda all'arsa Ceo le pioggie tra un bombir lieto. E giunse tra le quercie sul ventilato vertice. E gli occorse uno ascendente per la balza opposta. E riconobbe un vecchio ospite, atleta anch'esso: Lachon, che vedeasi in casa molte corone, il secco appio dell'Istmo, il Nemèo verde, non ormai già verde, e l'alloro e l'olivo: altri germogli no; non di cari figli altra corona. Ché solo egli era. E per la via selvaggia coglieva anch'esso erbe salubri o fiori, per morbo insonne o florido convito: ma, più certo, salubri erbe, ché un cespo svelgendo allora da un sassoso poggio, le vecchie rughe egli facea più tante.
Ora gli stette agli omeri Panthide, non anco visto, immobile, col fascio dei lunghi steli dietro il dorso; e l'altro sentì che un'ombra gli pungea la nuca; e si voltò celando la mannella della sua messe. Ma con un sorriso a lui mostrò la sua Panthide, e disse: «Oh!» disse «vedo. Non è crespo aneto, Lachon, per un convito; non è mirto; né cumino né molle appio palustre...» Erano cauli con, nel gambo, rosse chiazze e con bianchi fiorellini, in cima. E Lachon interruppe: «Ospite, il Tempo, che viene scalzo, all'uno e all'altro è giunto, della cicuta; come è patria legge: CHI NON PUò BENE, MALE IN CEO NON VIVA.» Disse Panthide: «Ricordiamo il detto dell'usignolo che di miele ha il canto, dell'isolana ape canora: Il cielo alto non si corrompe, non marcisce l'acqua del mare... L'uomo oltre passare non può vecchiezza e ritrovare il fiore di gioventù.» «Noi ritroviamo il fiore della cicuta!» con un riso amaro Lachon riprese, e poi soggiunse: «Un fascio coglierne, tutto in un sol dì, per vecchi, ospite, è grave. Oh! non ha senno l'uomo! Sin dalla lieta gioventù va colto, un gambo al giorno, il fiore della morte!»
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