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Giovanni Pascoli
Canzoni di re Enzio

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  • Sezione III.
    • LA CANZONE DELL’OLIFANTE.
      • II. Il consiglio.
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II. Il consiglio.

 

Ode re Enzio; ascolta come in sogno,

perché il suo cuore è in Capitana e Puglia.

Un de' custodi, Min de' Prendiparti,

dice: «Mal prenda a questi giuculari

ch'hanno per sue le piazze del Comune,

per ricantar le vecchie fole al volgo!

Già da gran tempo Carlomagno è morto».

E Scannabecco: «È morto sì, ma siede,

l'imperatore dalla barba bianca,

nella sua tomba, e con la destra impugna

la spada posta sopra le ginocchia».

Enzio re pensa: «O bel sire fratello!

Biondo e gentil Rollando di Soave!

Forse vedete ora apparir sui monti

non Valdabrun, ma i cavalier di Francia,

Proenza Fiandra Piccardia Brabante

coi santi gigli e con la croce

 

Manfredi in vero scorge allor sui monti

oltre il Calore l'oste del re Carlo.

Il nato dallo imperator di Roma

ha suo consiglio. Parlano i suoi pari.

Qual è canuto, qual è tutto fulvo,

armato ognuno, ed il lor nome è Lancia.

Dice Calvagno: «Un giorno o due s'attenda:

saranno morti e presi per diffalta

di pane e biade per i lor cavalli.

A Benevento e' mal sarà venuto!»

Ma in parte è un vecchio astrologo accosciato

avanti un libro dove prende il punto,

come se avesse sopra il capo l'ombra

piena di stelle. Intorno a re Manfredi,

vestito a verde come il lor vessillo,

vegliando a guardia i bruni Saracini

poggiati ad arcora e balestre.

 

Dice Ulivieri: «Bene è grande stuolo.

Di lor masnade è tutto pieno il bosco.

Son tante schiere, quante dir non posso.

Compagna abbiam noi picciola a tal uopo.

Rollando amico, date fiato al corno!

Lungi n'udrà l'imperatore il suono,

nelle gole, e tosto sarà volto».

Rollando dice: «Sarò prima io morto!

Onore e loda perdere non voglio.

Non corno qui, ma Durendal ha luogo.

Sì, la vedrete rossa fino all'oro».

AOI

 

«Rollando amico, e' sono, per un, cento.

È pieno il bosco, tutto il monte è pieno.

Sonate il corno, il corno dell'impero!

l'imperatore lungi n'udrà l'eco,

nelle valli, e sarà volto a tempo.

Tutti hanno scudo, tutti bianco osbergo,

bene a cavalli, ad arme, e d'ogni arredo...»

Dice Rollando: «Morte sarà meglio!

Il mio legnaggio non sarà dispetto.

Qui Durendal, non corno fa mestiero.

Dar colpi voglio, non soffiare al vento».

AOI

 

«Rollando amico, in bocca l'olifante!

È pieno il monte, è piena ormai la valle.

Tanti elmi al sole! Tante spade e lancie,

bandiere al vento rosse azzurre e bianche!

Giammai non vidi sforzo così grande.

N'udrà lo squillo in mezzo alle montagne

l'imperatore, e lo vedrem tornare...»

Dice Rollando: «Più morir mi piace!

Bel sire, e' ci ama per le nostre spade,

l'imperatore, e il ben ferire e il sangue.

Baroni e gente, ora ai cavalli e all'arme

AOI

 




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