Ormai nessuno è più con te, Manfredi
nepote di Costanza imperatrice!
Sul biondo capo ei pone l'elmo, ei leva,
andando a morte, l'aquila di Roma.
L'aquila cade sull'arcion dinanzi.
Romano e' parla, ed Hoc est signum Dei ,
dice ai suoi cento. Ma però non lascia:
muove il cavallo verso la battaglia.
Cavalca, quale cavalier valente,
contro i guerrieri della rossa croce,
galoppa al Prato delle rose, sprona
ver la sua rossa Roncisvalle.
Rollando ha messo l'olifante a bocca,
forte lo
prieme, a gran virtù vi soffia.
Il sangue
sprizza e dalle labbra cola.
Son alti i
monti, alta la voce vola.
A trenta
leghe l'eco ne rimbomba.
L'imperatore
ode la voce lunga.
«Suon di
battaglia!» mormora, ed ascolta:
«se non è
tuono che tra i monti corra».
Raccoglie
a sé le briglie, né più sprona.
Tien alto
il capo, e lento, al passo, inoltra...
AOI
«O triste voce!» pensa il re prigione.
«Che non cavalco per le bianche strade
di Lombardia con Ecellino e Buoso?»
Pensa, e il suo cuore è come onda nel mare,
nel mare intorno a Montecristo e il Giglio,
quel tre di maggio... «Or sono sì distretto!»
Rollando mette ancora le due labbra
all'olifante, e suona con ambascia.
Dal collo
gonfio il chiaro sangue salta.
Son alti i
monti, passa la voce alta.
A trenta
leghe il suono ne rimbalza.
L'imperatore
ode la voce chiara.
«Se non è
tuono, se non è valanga,
è la mia
gente, questa, che ha battaglia».
Ferma il cavallo,
sosta in una landa.
Sul capo
suo palpita l'orifiamma...
AOI
«Che avviene là?» domanda Enzio. Nessuno
sa, là nel regno, dei due re, che avvenga.
Il giorno cade, e il sole tinge in rosa
la torre al sommo, che prigione ei prima
vide lanciarsi su nel cielo azzurro,
venendo dal Castel d'Unzola.
Rollando prende tutta la sua lena:
nell'olifante
con furor l'avventa.
La fronte
crepa, scoppiano le tempia.
Sono alti
i monti; ma la voce immensa.
La voce
va, nell'alto ciel dilegua,
passa
all'imperatore sulla testa.
Non è
valanga, è altro che tempesta!
Ei fa
sonare tutti i corni a guerra.
Volge il
cavallo, volge a lei la schiera.
«Rollando
chiama! Uomini, all'arme e in sella!»
AOI
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