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Giovanni Pascoli Canzoni di re Enzio IntraText CT - Lettura del testo |
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III. Il sole.Avanti il dì si leva dal giaciglio: non ha battuto ancora l'ali il gallo, ancora canta l'assiuolo intorno, la rondinella è nel suo nido ancora. Esce la schiava e tira l'acqua al pozzo, nel lebe colmo ella s'inonda il viso, scioglie i capelli sotto la rugiada, v'intreccia i fiori nati tra le spighe. E poi raccatta i fasci di lavanda, le reste d'aglio, l'erbe, i fior, le foglie, le medesine e benedizioni zuppe di guazza e di virtù notturna. Larga la guazza piove dalle stelle, le stelle impallidiscono. Non canta più l'assiuolo. Va la schiava e cerca nei greppi un fiore ch'ha ramoso il gambo, larghe le foglie e morbide di pelo, grande. Una spiga porta che s'appunta come la fiamma, e tanti fiori ha forse la lunga spiga, quanti giorni ha l'anno; aperti i primi, chiusi i più lontani. Strappa da terra Flor d'uliva il grande tasso barbasso, e va con quello, e prende via per un infinito colonnato d'aerei pioppi, volto ad oriente. Odora la viorna e la vitalba. E s'incammina incontro all'alba.
Batte tre volte l'ali un gallo, e canta: cantano tutti, nelle case, i galli. E li aierini, del color dell'aria, frullano via, dando una scossa ai pioppi. Lasciano un po' di rugumare, a lungo mugliano i bovi, poi che il cielo imbianca. La schiava inalza il verde cero, ch'arde, inalza e scuote il gran tasso barbasso; e le fogline de' suoi fiori aperti piovono giù come faville gialle. O Sole! O Sole! Ricomincia il giro! Temevi forse qualche tuo nimico? Libere omai sono le vie del cielo. Sta' su nel cielo un poco meno, e posa un poco più; ma non sostar: cammina! Seccaci, a tempo, nelle spighe il grano, mettici, a tempo, dentro l'uve il vino. O indugïasti per un sandaletto d'oro, che in prima pàrveti una stella? Il poco indugio sia con nostra pace; ma ora muovi! Anche noi s'ama, o Sole! – Ed ecco il cielo si converte in rose, in rose e oro; i pioppi ardono in vetta; a Flor d'uliva, come gemme, in capo brillano mille gocciole di guazza. Si leva il sole. E li uccellini in cova tre volte girano sull'ova.
Allegra poi con la canestra in capo va Flor d'uliva, e due panieri al braccio. Vanno con lei le serve del contado. Cantano lungo Savena la verde, cantano 'l lai de Santa Filumena.
In t'una grotta in ripa de la Zena c'è un vieni e va, ma che si sente appena... gra pa ri gra pa ri tra... là c'è una donna che tesse, che tesse... una spola che va, che va...
Lunga è la strada ed è già alto il sole; sì, ma le schiave l'amano, la strada, l'amano, il sole, e vanno via cantando:
Un drago aspetta, guata che si spicci, lo giorno sta cun li ocli fissi ai licci... gra pa ri gra pa ri tra... Finito ch'abbia quello ch'ella tesse, dopo, il drago la mangerà.
Bella è Bologna, ma così lontana! Cantano già su li olmi le cicale.
Guata che guata, li ocli a sera ei vela. E' dorme, et ella stesse la so tela... gra pa ri gra pa ri tra... Lo giorno fa, la notte sfa, ché tesse la tela dell'eternità
Ed apparisce la città.
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