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Giovanni Pascoli
Nuovi poemetti

IntraText CT - Lettura del testo

  • Il naufrago – il prigioniero.
    • LA PECORELLA SMARRITA.
      • I.
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LA PECORELLA SMARRITA.

 

I.

 

«Frate,» una voce gli diceva: «è l'ora

che tu ti svegli. Alzati! La rugiada

è sulle foglie, e viene già l'aurora».

 

Egli si alzava. «L'ombra si dirada

nel cielo. Il cielo scende a goccia a goccia.

Biancica, in terra, qua e , la strada».

 

S'incamminava. «Spunta dalla roccia

un lungo stelo. In cima dello stelo,

grave di guazza pende il fiore in boccia».

 

S'inginocchiava. «Si dirompe il cielo!

Albeggia Dio! Plaudite con le mani,

pini de l'Hermon, cedri del Carmelo

 

Tre volte il gallo battea l'ali. I cani

squittìano in sogno. Le sei ali in croce

egli vedea di seraphim lontani.

 

Sentiva in cuore il rombo della voce.

Su lui, con le infinite stelle, lento,

fluiva il cielo verso la sua foce.

 

Era il del Signore, era l'avvento.

Spariva sotto i baratri profondi

colmi di stelle il tacito convento.

 

- Mucchi di stelle, grappoli di mondi,

nebbie di cosmi. Il frate disse: «O duce

di nostra casa, vieni! Eccoci mondi».

 

In quella immensa polvere di luce

splendeano, occhi di draghi e di leoni,

Vega, Deneb, Aldebaran, Polluce...

 

E il frate udì, fissando i milïoni

d'astri, il vagito d'un agnello sperso

la tra le grandi costellazïoni

 

nella profondità dell'Universo...

 




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