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Giovanni Pascoli Nuovi poemetti IntraText CT - Lettura del testo |
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II.E il dubbio entrò nel cuore tristo e pio. «Che sei tu, Terra, perché in te si sveli tutto il mistero, e vi s'incarni Dio?
O Terra, l'uno tu non sei, che i Cieli sian l'altro! Non, del tuo Signor, sei l'orto con astri a fiori, e lunghi sguardi a steli!
Noi ti sappiamo. Non sei, Terra, il porto del mare in cui gli eterni astri si cullano... un astro sei, senza più luce, morto:
foglia secca d'un gruppo cui trastulla il vento eterno in mezzo all'infinito: scheggia, grano, favilla, atomo, nulla!»
Così pensava: al sommo del suo dito giungeva allora da una stella il raggio che da più di mille anni era partito.
E vide una fiammella in un villaggio lontano, a quelle di lassù confusa: udì lontano un dolce suon selvaggio.
Laggiù da una capanna semichiusa veniva il suono per la notte pura, il dolce suono d'una cornamusa.
d'uno scalpiccio verso la capanna: forse pastori dalla lor pastura.
E il frate al suono dell'agreste canna ripensò quelle tante pecorelle che il pastor buono non di lor s'affanna:
tra i fuochi accesi stanno in pace, quelle, sicure là su la montagna bruna; e il pastor buono al lume delle stelle
quaggiù ne cerca intanto una, sol una...
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