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Giovanni Pascoli Nuovi poemetti IntraText CT - Lettura del testo |
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I.Uomini, se in voi guardo, il mio spavento cresce nel cuore. Io senza voce e moto voi vedo immersi nell'eterno vento;
voi vedo, fermi i brevi piedi al loto, ai sassi, all'erbe dell'aerea terra, abbandonarvi e pender giù nel vuoto.
Oh! voi non siete il bosco, che s'afferra con le radici, e non si getta in aria se d'altrettanto non va su, sotterra!
Oh! voi non siete il mare, cui contraria regge una forza, un soffio che s'effonde, laggiù, dal cielo, e che giammai non varia.
Eternamente il mar selvaggio l'onde protende al cupo; e un alito incessante piano al suo rauco rantolar risponde.
Ma voi... Chi ferma a voi quassù le piante? Vero è che andate, gli occhi e il cuore stretti a questa informe oscurità volante;
che fisso il mento a gli anelanti petti, andate, ingombri dell'oblio che nega, penduli, o voi che vi credete eretti!
Ma quando il capo e l'occhio vi si piega giù per l'abisso in cui lontan lontano in fondo in fondo è il luccichìo di Vega...?
Allora io, sempre, io l'una e l'altra mano getto a una rupe, a un albero, a uno stelo, a un filo d'erba, per l'orror del vano!
a un nulla, qui, per non cadere in cielo!
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