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Giovanni Pascoli
Nuovi poemetti

IntraText CT - Lettura del testo

  • Gli emigranti nella luna.
    • CANTO SECONDO. Com'è la luna.
      • I.
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CANTO SECONDO. Com'è la luna.

 

I.

 

Scórsero i giorni, anche le notti; e il vento

soffiò più forte, e si levò la luna

più tardi, e il fuoco morto e il lume spento

 

s'era più presto: un'altra notte, e una

pallida nebbia errò su padri e figli

non sazi. Ma la madre era digiuna.

 

Destò la luna i languidi sbadigli

degli altri: a lei si rifletté su gli occhi

umidi e lustri sotto i curvi cigli.

 

Si scaldavano un poco ora i marmocchi

a lei. L'ultimo, in terra, il capo ciondo-

loni via via le urtava ai due ginocchi.

 

Ella parlò: «Se fosse qui quel biondo

grande... Ma egli prese la bisaccia

vuota; e chi sa, dov'ora è mai, del mondo?

 

Io gli avrei detto: Non è lei che ghiaccia

i fossi e i fiumi? Non è lei che imbeve

del suo biancore i lunghi teli e l'accia?

 

Non fa la brina e il gelo essa? Ci deve

far così freddo! tra le stelle sole,

liscie, lustranti! Quel biancore è neve...»

 

«No, mammadisse la fanciulla: «è il Sole

 




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