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Giovanni Pascoli Nuovi poemetti IntraText CT - Lettura del testo |
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II.E si levò tra quelle genti un suono dolce di voce. Usciva allor da un velo rado la luna pendula, dal cono
d'un abete. Una nebbia, un ragnatelo di luce scialba tremolò su crani lustri, su cenci e bioccoli di pelo;
e rifulsero allora occhi lontani, zuppi di sogno, e bocche aperte a un alto ululo. Il pugno si stringean le mani.
Videro tutti là, di soprassalto, quella fanciulla, con le braccia in croce, bianca sul liscio lago di cobalto.
Quello che ammansa, quello che consola, pioveva dalla giovinetta voce.
«Io l'ho veduta. Corre sempre, vola, passa. Ma mentre va, che non mai posa, a noi non volge che una parte sola.
Vediamo, noi, nel cielo azzurro o rosa, sempre quelle montagne, sempre quelle paludi. Sempre. Ma di là? Che cosa
è mai di là, verso le grandi stelle?»
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