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Giovanni Pascoli Nuovi poemetti IntraText CT - Lettura del testo |
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XII.E il re pastore e il povero senato davano incensi all'ara, un tempo e sempre massima. E il re del grande Pallantèo scotean dal sonno i passeri annidati sotto la stoppia della sua capanna. Erano scorta, al re per via, due cani. Pascean nel Foro e nelle vie di Roma mandre di bovi ad or ad or mugghianti; ed echeggiava il Campidoglio ai mugghi. Ed era tutto una silvestre macchia il Campidoglio, e ruderi, tra i bronchi, grandi giacean d'una città distrutta. Roma era morta, e ancor dovea, l'eterna, sorgere al sole; ancor dovea d'un muro cingere, Roma, i sette colli, il Lazio, l'Italia, l'Alpi, i mari ed i deserti, tutte le genti e l'orbe intiero, a sé.
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